CHANUKKAH – 30 Kislev 5786 / 20 Dicembre 2025 – VI lume / 1 Tevet 5786 / 21 Dicembre 2025 – VII lume

Il Maharal di Praga (Judah Loew ben Bezalel, 1520-1609) ha individuato una allusione ai lumi di Chanukkah addirittura nel versetto della Genesi (1:3), che parla della creazione della luce primordiale: “Dio disse sia la luce…”. Non solo perché il verbo yehyi / sia / יהי ha il valore numerico di 25, ma anche perché nel verso precedente si parla dell’oscurità sull’abisso (choshekh al penè tehom), e l’oscurità è usata dai maestri per alludere all’oppressione dei greci. La luce che viene dopo l’oscurità simboleggia la vittoria dei maccabei sui greci. E non è forse un caso che la parola or / luce / אור sia la venticinquesima dall’inizio.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

1 Tevet 5786 / 21 Dicembre 2025 – VII lume

Rabbi Chayym Palachi (1788-1868), nella sua opera Moed lekhol chay, riferisce a nome di rabbi Binyamin ben Meir ha-Levi Ashkenazi di Norimberga (XVI secolo) che è buon uso recitare sette volte dopo l’accensione dei lumi di Chanukkah il salmo 91 (con l’aggiunta dell’ultimo verso del salmo 90). Questa recitazione propizia una speciale protezione per tutto l’anno. L’uso è anche riferito da grandi maestri come il Nachmanide (RaMBaN, rabbi Moshe Ben Nachman 1194-1270). Il collegamento con Chanukkah è determinato da una tradizione che dice che questo salmo sia stato recitato per l’inaugurazione del Tempio di Gerusalemme, momento in cui la Shekhinah discende su Israele portando con sé influenza benigna e benedizione. Anche questo è simbolo del legame con i lumi di Chanukkah, che ricordano la restaurazione del Tempio profanato e della Shekhinah.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova