BARI – L’accoglienza nel Novecento: profughi ebrei e memoria d’archivio
All’Archivio di Stato di Bari si è svolta una giornata di studi organizzata in collaborazione con la Scuola di Archivistica e Paleografia dell’Archivio di Stato di Bari e il CeRDEM – Centro Ricerche e Documentazione sull’Ebraismo nel Mediterraneo “Cesare Colafemmina”. Da dicembre a gennaio 2026, lo stesso Archivio ospiterà la mostra documentaria “Displaced persons in Apulia” (Profughi in Puglia), a cura di Fabrizio Lelli e Mariapina Mascolo.
La giornata di studi, intitolata “Puglia e accoglienza nel secolo breve”, ha fatto il punto sullo stato delle nuove ricerche nelle diverse aree territoriali della Puglia e della Basilicata. Dopo i saluti istituzionali del direttore dell’Archivio di Stato di Bari, Adriano Buzzanca, e delle già dirigenti MiC Maria C. Nardella ed Eugenia Vantaggiato, sono seguiti interventi dedicati ai lavori dell’archivista Rita Silvestri. Il vicepresidente Ucei e coordinatore per i beni culturali ebraici del Sud Italia, Giulio Disegni, ha tracciato un quadro delle realtà archivistiche e dei beni di matrice ebraica dell’area meridionale, delineando in particolare le attività dell’Unione delle Comunità Ebraiche, della Comunità ebraica di Napoli e delle sezioni pugliesi (Sannicandro, Taranto, Trani) e lucana (Matera).
Sul tema dei “Profughi ebrei in Puglia”, Lelli, docente dell’Università La Sapienza e direttore scientifico del Museo ebraico di Lecce, ha concentrato il suo intervento sui campi di transito del Salento, raccontando le esperienze del polacco Abram Belzycki nel campo di Cesarea e del greco Moshe Haelion, di cui ha proiettato un’intervista.
Mascolo, archivista di stato e presidente del CeRDEM Colafemmina, si è soffermata sui nuovi documenti relativi alla Comunità israelitica di Bari del secondo Dopoguerra, destinata alla chiusura già dalla sua costituzione, una volta raggiunto il suo scopo naturale: il transito dei profughi per l’Aliyah Bet attraverso rotte marittime clandestine dal Sud barese. A Bari, dal 1944, la Comunità israelitica aveva sede a Palazzo Risi, in via Garruba 63, immobile requisito per ospitare fino al 1947 le Displaced Persons di diversa nazionalità, anche provenienti dai campi di Ferramonti e Roma-Cinecittà.
A seguire, Ezio M. Lavorano, direttore della Biblioteca R. Briscese di Venosa, ha presentato “L’Archivio di Rocco Briscese”, mentre l’archivista Annabella De Robertis ha dialogato con Daniele Comberiati, docente dell’Université Paul-Valéry Montpellier 3 e autore del romanzo Vie di fuga (Besa).
La giornata si è conclusa con l’annuncio delle iniziative previste per gennaio: una rinnovata mostra documentaria e un approfondimento sul tema “La memoria scritta della Shoah – Le fonti documentali e storiografiche, i diari e le testimonianze, letteratura e poesia”, proposto dall’Ucei per il Giorno della Memoria 2026.