LA SPIGOLATURA – Roberto Jona: Il patriarca Giacobbe di fronte alla carestia
All’inizio mese (Rosh Hodesh) di Kislev abbiamo letto la parashà Mikketz: Giacobbe all’inizio della carestia sentito che in Egitto c’è del “grano” e di conseguenza invita i figli ad andare là ad approvvigionarsi per soddisfare i bisogni della famiglia. In senso lato la traduzione può essere più o meno accettabile. Ma se utilizziamo questo testo per capire quali fossero le fonti alimentari dei Patriarchi allora occorre fare una revisione ed un’analisi del testo più accurata e serrata. Il testo della Torà (Gen. 42,1 e segg.) dice che Giacobbe seppe che in Egitto c’era “shever” e spinge i figli a non perdere tempo “a guardarsi” (reciprocamente), invitandoli ad andare in Egitto per approvvigionare la famiglia. La chiave del discorso è quindi capire cosa fosse questo “shever”. Non è facile dare una risposta univoca a questo interrogativo. Consultando dizionari diversi si apprende che questo termine ha (anche) il significato di “frammenti” e quindi (forse) si potrebbe tradurre con “granaglie”, termine che potrebbe significare sia mescolanza di cariossidi di cereali (frumento, segale, avena), ma, forse, anche semi di leguminose, cioè le lenticchie del famoso episodio tra Esaù e Giacobbe, nonché di altre specie della stessa famiglia. Non sappiamo quanto, in quei tempi, fossero attenti alla separazione tra specie, soprattutto quando queste erano utilizzate per alimentazione e non per semina.
Tuttavia, sembra evidente che, già ai tempi dei patriarchi, la dieta comprendesse anche proteine di origine vegetale. In effetti, sacrificare un animale per assumerne le proteine era una pratica che aveva aspetti autolesionisti: la filiera animale offriva sia latticini (con le relative proteine), sia forza motrice necessaria per la mobilità. E la mobilità non era, come è oggi per noi, diletto, ma una necessità per reperire nuove fonti nutritive per sopperire a quelle esaurite dal consumo. Allora il “turismo” era una pratica di sopravvivenza.
Roberto Jona, agronomo