DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 31 dicembre 2025
Nella giornata di martedì Mohammad Hannoun, accusato di essere a capo della cellula italiana di Hamas, è comparso davanti al gip Silvia Carpanini. Pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, il presidente dei palestinesi d’Italia ha sostenuto di non aver «mai finanziato Hamas, direttamente o indirettamente» (Corriere della Sera). Con quali flussi era alimentata l’associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese di Hannoun? Secondo l’Antiterrorismo, informa La Stampa, con soldi inviati alle associazioni benefiche, accolti durante i sermoni, spediti dagli sceicchi. Ma anche con soldi fruttati dagli immobili come «capannoni, alloggi, terreni». Al vaglio degli inquirenti c’è anche l’esistenza di un possibile “filo rosso” tra la rete filo-Hamas e le molotov lanciate davanti al consolato Usa di Firenze, tra il 31 gennaio e l’1 febbraio del 2024, da un cittadino italiano di origini palestinesi. Il giovane fu assolto dall’accusa più grave, quella di terrorismo. Ora però «quell’attentato dimostrativo torna a parlare», sottolinea Repubblica. Non per ciò che fu, «ma per quello che rivela, alla luce di un’inchiesta più ampia». Secondo l’inchiesta, Hannoun aveva un rapporto tra le altre con la Qatar Charity. Come spiega il Giornale, «non stiamo parlando di una ong qualunque, ma di un colosso, guidato da Hamad bin Nasser al-Thani, membro della famiglia dell’emiro, che ha donato 25 milioni di euro per la nascita di moschee e centri islamici in Italia».
Gli arresti restano a distanza di giorni un tema anche politico. Maurizio Caprara, sul Corriere, si sofferma in un editoriale su “quelle relazioni pericolose che i vecchi partiti sapevano evitare”. Al riguardo il giornalista si dice colpito dal pressappochismo con il quale dirigenti della sinistra «hanno accettato di partecipare a incontri e manifestazioni con un personaggio accostabile al movimento terrorista integralista islamico palestinese». “Che effetto le hanno fatto le notizie sull’inchiesta di Genova, le associazioni propal che finanziavano Hamas?”, chiede il Messaggero al ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. «Mi pare che ci siano prove incontrovertibili, i legami con Hamas, i finanziamenti e molto altro», risponde Tajani. “In commissione Antimafia scoppia il caso Ascari”, racconta Libero, spiegando come la deputata del M5S sia «nel mirino del centrodestra per la sua partecipazione a una serie di iniziative, soprattutto all’estero, promosse dal network riconducibile a Mohammad Hannoun». A chiedere un passo indietro alla deputate sono state anche alcune “associazioni pro Israele” (Il Tempo). È vero, come dicono alcuni, che l’ordinanza sulle cellule di Hamas in Italia si basa solo su prove di fonte israeliana? «No, è falso», spiega il Riformista. «L’apparato probatorio è suddiviso in sei fronti documentali, con materiale raccolto e reso disponibile dalla Digos, dalla Guardia di Finanza, dal Nucleo di Polizia Valutaria».
Il 2025 è stato l’annus horribilis dell’antisemitismo, scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale. «Il dato di 6333 incidenti antisemiti dal primo di gennaio al 30 novembre, 548 solo a novembre, di cui 79 solo in Germania dal 29 ottobre con un aumento del 172,4 per cento, ci parla non degli ebrei, ma degli antisemiti criminali e bugiardi o ignari idioti», sostiene. Nirenstein cita anche la Flotilla, asserendo che «ha finto di portare cibo, mentre il suo gruppo raccoglieva denaro per Hamas».
Il rapporto tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti attraversa un momento difficile e diversi sono gli attriti, riguardanti anche questioni molto vicine a Israele. «Sono in ballo interessi economici, ma anche giochi di potere e di prestigio tra i due paesi che esistono da sempre», dice al Foglio Yoel Guzansky, capo del programma di ricerca sui paesi del Golfo per il centro studi israeliano Inss.