Giornata della Cultura Ebraica – A Trani e in Puglia il grande ritorno degli ebrei italiani verso il Sud

Dopo cinque secoli d’attesa è stato un nuovo abbraccio, è stato un grande ritorno. I momenti di incontro, di confronto, di reciproca conoscenza che hanno fatto di Trani la città capofila della Giornata Europea della Cultura Ebraica si sono moltiplicarti per tutta la mattinata e continueranno fino a sera per i vicoli della città pugliese che ospitò prima delle dispersione alcuni dei tesori della presenza ebraica nella Penisola.
Prima ancora di questa domenica straordinaria il rotolo della Torah era stato accompagnato da un festoso corteo per i vicoli della città vecchia di Trani da molti ebrei giunti per festeggiare assieme lo Shabbat. Fra i molti rabbini presenti nell’ora che segna la rinascita della presenza ebraica, anche Roberto Della Rocca e Shalom Bahbout, che hanno tenuto lezioni e interventi e, per gli appuntamenti della Giornata della Cultura, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
Alla cerimonia di inaugurazione della Giornata, in una piazza Scolanova che brillava della luce riflessa sulla pietra bianca, l’assessore dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane delegato alla Giornata Yoram Ortona ha fatto gli onori di casa assieme all’assessore Ucei alla Cultura Victor Magiar (nell’immagine con il presidente Renzo Gattegna) e al sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, all’assessore alla cultura Andrea Lovato, all’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli (nell’immagine che segue assieme all’assessore Ortona), al direttore del dipartimento Educazione e cultura dell’Ucei rav Roberto Della Rocca, all’animatore della Trani ebraica Francesco Lotoro.
Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna ha portato a tutti, ma soprattutto ai cittadini di Trani, il saluto degli ebrei italiani.
“Questo – ha esordito Gattegna – è un appuntamento per farci conoscere in tutta Europa e per far conoscere la nostra storia e la nostra cultura. Noi ebrei italiani oggi, dopo oltre 60 anni di vita in un paese libero e democratico, sentiamo di poter offrire alla vita civile del Paese un ulteriore contributo che deriva dalla nostra storia e dalla nostra esperienza, come minoranza che è riuscita a realizzare una completa integrazione senza perdere la propria cultura, le proprie tradizioni e i propri specifici valori. Il nostro contributo non può che essere quello di lavorare, non in solitudine, ma insieme uniti a tutti coloro che in Italia aspirano a realizzare una società moderna e un futuro migliore attraverso l’impegno a capire le differenze e a valorizzare le diversità, come fonti di reciproco arricchimento”.
“Come città capofila quest’anno – ha proseguito il presidente Ucei – la nostra scelta è caduta su Trani perchè questa città è diventata il simbolo e la sede della riscoperta dell’importanza e del valore dell’antica presenza ebraica, sia in Puglia che in tutto il meridione d’Italia”.
“Ora sento l’esigenza di rendervi partecipi di qualcosa che, nella sua semplicità, rende l’idea dello stato d’animo e dei sentimenti che sono emersi durante i nostri incontri con le autorità e con la gente della Puglia.
Quando siamo arrivati ci aspettavamo di sentirci dire “benvenuti”.
Ebbene, non è stato così, tutti hanno usato un’altra espressione molto più bella, potente e piena di significato Bentornati. Come se tutti aspettassero questo nostro ritorno.
Come se tutti volessero evidenziare la ricostruzione di una saldatura tra passato, presente e futuro. Come se per tutti, nonostante i 500 anni di lontananza, fossimo di nuovo di casa. E’ veramente difficile resistere alla commozione di un’accoglienza che, proprio per la sua semplicità, evidenzia nobiltà d’animo, profonda cultura, raffinatezza di sentimenti. “La nostra separazione non fu voluta, ma fu imposta da forze esterne e da noi subita. Il distacco da questa terra fu causa di dolori e di lutti e produsse per tutti solo un impoverimento civile e culturale. Facciamo in modo che questa giornata segni l’inizio di una nuova fase di vita in comune, nella pace e nella reciproca comprensione, dalla quale possano rifiorire civiltà, cultura, lavoro, arti e scienze”.

Qui Milano

Nella Sinagoga centrale di via Guastalla si sono aperte le celebrazioni della Decima Giornata della Cultura Ebraica. Prima dell’inaugurazione l’On. Piero Fassino ha incontrato i rappresentanti dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, che lo hanno accompagnato nella visita alla Sinagoga molti gli ospiti presenti all’apertura ufficiale, tra cui i rappresentanti di Comune, Provincia e Regione, e l’imam Pallavicini, accolti dal presidente della Comunità di Milano Leone Sued, che hanno portato il loro saluto alla Sinagoga gremita per assistere alla lezione del Rabbino Capo di Milano Alfonso Arbib dedicata al tema delle “Feste ebraiche nel tempo”.

Rossella Tercatin

Qui Mantova e Lombardia

La Giornata della Cultura Ebraica viene celebrata in tutta la Lombardia, a Mantova, Sabbioneta, Bozzolo, Pomponesco, Viadana, Ostiano e Soncino. A Mantova al discorso di benvenuto del Presidente della Comunità ebraica Fabio Norsa si sono susseguiti interventi sul “Ciclo della vita ebraica”, sulle Festività e sull’Archivio storico, intervallati da brani musicali ebraici eseguiti dal dottor Giorgio Perboni, violinista e medico ospedaliero di Mantova (nell’immagine). A Sabbioneta è stata allestita nella Sinagoga di via Bernardino Campi l’esposizione dei preziosi libri antichi editi dalla stamperia ebraica di Sabbioneta del XVI secolo.

Qui Firenze

Parte da Piazza della Signoria, uno dei luoghi più suggestivi di Firenze, con destinazione finale il giardino della sinagoga, il corteo nuziale accompagnato da Enrico Fink, Banda Improvvisa e Homeless Wedding Band, che ha l’onore di aprire le celebrazioni della Giornata Ebraica della Cultura nel capoluogo toscano. “Un matrimonio simbolico, che rappresenta l’incontro tra città e comunità ebraica di Firenze”, le parole di Enrico Fink. Grazie anche alla bellissima giornata di sole, molte persone seguono il corteo per le strade del centro storico fino alla sinagoga. Vengono attraversati alcuni dei luoghi più simbolici della secolare storia della comunità ebraica fiorentina, come Piazza della Repubblica, ai giorni nostri location elegante e signorile ma fino a poco più di un secolo fa cuore del ghetto ebraico e Via delle Oche, dove dal 1882 al 1962 si trovava una piccola sinagoga. Un vero e proprio “viaggio nella memoria”, accompagnato quasi costantemente dalle melodie più amate della tradizione ebraica. Una volta giunti nel giardino, Daniela Misul, presidente della comunità, Renzo Bandinelli, consigliere della comunità e il rabbino capo di Firenze Joseph Levi accolgono il corteo e i numerosi ospiti, tra i quali il sindaco Matteo Renzi (al quale viene donata una copia del numero zero di Pagine Ebraiche) e l’imam Izzedin Elzir, a testimonianza del forte legame che esiste tra la comunità fiorentina e le istituzioni politiche e le altre comunità religiose della città. Terminati i discorsi di benvenuto, viene finalmente celebrato il matrimonio (si tratta di una simulazione, perché gli sposi sono in realtà fratello e sorella) e si dà il via alle danze.

Adam Smulevich

Qui Venezia

In una sala Montefiore gremita di persone è stata inaugurata la decima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Il presidente della Comunità ebraica di Venezia, Vittorio Levis alla presenza del Prefetto Lepri Gallerano, del questore Della Rocca, del presidente di Codess Cultura Adriano Rizzi e del rabbino capo di Venezia rav Elia Richetti, ha inaugurato la giornata ponendo l’attenzione sui temi che negli anni si sono succeduti, due anni fa “sentieri e parole” lo scorso anno “Musica e parole”. A suo dire tutte queste tematiche sono dei semplici suggerimenti per percorsi di conoscenza attraverso storia e cultura: “l’ebraismo non è solo una religione, ma è contemporaneamente anche storia, tradizioni, riti, letteratura, musica, tragedie infinite, ma insieme volontà e capacità di rinascita, fedeltà ai propri valori e capacità di confrontarsi con il mondo esterno”.
Tra le varie iniziative della giornata, presso il Kosher club “Le Balthazar” in Campo di Ghetto sono state allestite delle tavole imbandite delle principali festività ebraiche, con una guida alle tradizioni e alla degustazione di pietanze tipiche della cucina ebraica.
È stata poi introdotta dall’architetto Veronica Balutto e dal professore Franco Batacchi, la mostra del maestro Celiberti, pittore e scultore, intitolata “Esilio e anima”. Le opere del maestro risentono in maniera significativa e sofferta dei sentimenti provati in occasione della sua visita al campo di Terezin, vicino a Praga, dove migliaia di bambini ebrei prima di essere trucidati avevano lasciato testimonianze sotto forma di disegni. Da quella esperienza realizza il ciclo che lo rende noto al grande pubblico: quello dei “Lager” costituito da tele preziose per impasti e cromie, nelle quali inserisce i segni innocenti lasciati sui muri del campo di concentramento di Terezin.
La Giornata si concluderà stasera, con lo spettacolo “Fumo e profumo”, lettura di prose e poesie di Laura Luzzatto Voghera e musiche klezmer del complesso Barbapedana.

Michael Calimani

Qui Torino

“Qual’è il significato dell’ebraismo nel mondo moderno?”, questa una delle domande da porsi, secondo il giornalista e scrittore Vittorio Dan Segre, in particolare in un momento di condivisione e riflessione come la Giornata Europea della Cultura Ebraica. Dan Segre ha aperto l’incontro, organizzato dalla Comunità Ebraica di Torino presso il proprio centro sociale, “Mazal Tov! Dalla nascita al matrimonio”, a cui hanno partecipato come relatori Franco Segre, Chazan della Comunità, e Shemuel Lampronti. Davanti ad un pubblico attento ed interessato i relatori hanno parlato di alcuni dei momenti più significativi nella vita individuale e collettiva della tradizione ebraica. In particolare Dan Segre si è soffermato sulla differenza che intercorre fra il significato di Hag e Moed: il primo come festa aperta a tutti, non è collegato ad un evento specifico; il secondo come ricorrenza, connessa ai tre pellegrinaggi annuali al Tempio di Gerusalemme coincidenti con le tre stagioni agricole. Franco Segre ha invece spiegato il ruolo della nascita, della circoncisione per i maschi e del matrimonio, facendo riferimento ai doveri dell’uomo e alla sua collaborazione col progetto divino. Infine Shemuel ha spiegato il ruolo del Bar-miztvà come assunzione della responsabilità di rispettare i precetti, assieme al compito di ciascuno di studiare la Torah.

Daniel Reichel

Qui Trieste

A Trieste è stata un’Havdalah in piazza a dare il via alla Giornata della Cultura. Centinaia di persone hanno assistito, davanti alla Sinagoga, a uno dei rituali più suggestivi della tradizione ebraica celebrato da rav Margalit e illustrato da Haim Baharier, esperto di ermeneutica biblica. Oggi le manifestazioni, che rilanciano un messaggio d’accoglienza e conoscenza dell’altro, proseguono con una fitta serie d’appuntamenti.
Ad aprire il programma, l’inaugurazione in Sinagoga della mostra Memorie di pietra che ripercorre, attraverso foto d’epoca mai viste prima, la distruzione del ghetto avvenuta negli anni Trenta. Poi la suggestiva Tenda di Abramo nella centralissima piazza Ponterosso in cui la Comunità ebraica con l’associazione WeDoCare, organizzatrice dell’evento, ha offerto insieme alle altre comunità religiose cibo, frutta e bevanda in segno d’ospitalità al termine del rito ecumenico cristiano guidato dai serbo ortodossi.
La Giornata prosegue con un confronto sui temi dell’accoglienza che vede riuniti personaggi di livello internazionale. E in serata tutti di nuovo nella piazza della Sinagoga per un grande concerto con David D’Or, il quartetto macedone Dragan Dautoski, l’artista serba Bilja Krstic e la cantante araba Miriam Tukan. Un intreccio di melodie dal mondo a significare le infinite possibilità dell’incontro e del dialogo.

Daniela Gross