Giornata della Cultura Ebraica – Qui Torino Il saluto della delegazione leghista
Giornata ricca di grandi eventi domenica a Torino. In concomitanza con la Giornata della Cultura ebraica si teneva a poche centinaia di metri di distanza la festa della Lega Nord. Un turista che si fosse spostato dalla stazione di Porta Nuova al parco del Valentino, all’ora dell’imbrunire, sarebbe senza dubbio rimasto sorpreso dalla vitalità della vecchia “città grigia della Fiat”. Canti ebraici in piazzetta Primo Levi, palcoscenico e luci. Stand di birra e salsiccia, lancio al bersaglio (dove il bersaglio è la caricatura del sindaco Chiamparino) appena varcati i cancelli del parco.
Ma la Lega Nord, nonostante manifestazioni spettacolari, bada anche alla diplomazia politica. Durante il concerto del coro Ha-kol che chiude l’intensa giornata della comunità ebraica, giunge inaspettata, sulla piazzetta antistante il Beth-Hakenesset, una delegazione dell’altra festa. Si presentano l’onorevole Roberto Cota e l’eurodeputato Mario Borghezio.
Onorevole Cota, non ci aspettavamo d’incontrare anche lei qui. Ha per caso sbagliato festa?
Certamente no. Sono venuto di proposito. E dirò di più, consideravo questo un appuntamento irrinunciabile. Noi come Lega Nord siamo entusiasti di questa vostra iniziativa che sta ormai diventando un appuntamento fisso. È bellissima. Ci teniamo molto a portare qui il nostro sostegno, anzi, siamo qui per testimoniare la profonda amicizia che ci lega alla comunità ebraica.
Quindi voi, come forza politica, promuovete iniziative di questo tipo, in cui differenti culture vengono a reciproca conoscenza. Considera ciò una ricchezza per la società tutta?
Eh, però un attimo. Non corriamo troppo. Non equivochiamo. Io ritengo che la cultura ebraica sia parte della cultura italiana, non un elemento esterno. Le tradizioni che il mio partito si propone di salvaguardare si richiamano alle radici giudaicocristiane. Non solo cristiane. Gli ebrei vi sono dentro a pieno titolo, ma non è un privilegio di tutti.
Capisco. E come si fa, secondo lei, a entrare in questa fortunata cerchia?
Innanzitutto rispettando le leggi. È necessario pretendere il rispetto e l’adeguamento alla cultura cristiana. Giudaicocristiana.
Lei parteciperebbe quindi ad altre iniziative analoghe, organizzate nella legalità, in cui una minoranza apre le sue porte alla società ricercando il dialogo?
Mah, guardi..non so se è una provocazione. Io dico soltanto che il dialogo va bene. Il problema è se per dialogo intendiamo che uno arriva e decide tutto di testa sua, allora no. Questa è prepotenza, diventa invasione, altro che dialogo. E questo non va bene.
m.d.