Negba – A Otranto le immagini di Monika Bulaj e cinque itinerari a confronto

Il suggestivo Castello Aragonese nella città di Otranto, conosciuto come Forte a mare, realizzato nel 1491 da Ferdinando I d’Aragona, ha ospitato due eventi di una delle tappe di Negba, il Festival della Cultura Ebraica: l’inaugurazione della mostra fotografica Aure di MoniKa Bulaj e la conferenza – dibattito Storie e geografie cui hanno partecipato Anna Foa, storica dell’Università La Sapienza di Roma, Franco Farinelli, geografo dell’Università di Bologna, Franco Cassano dell’Università di Bari, Paolo Rumiz giornalista e viaggiatore e Giacomo Saban studioso di Storia ebraica già vice presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane dal 1998 al 2002 e attualmente direttore della Rassegna Mensile di Israel, coordinati dall’assessore al Mediterraneo della regione Puglia Silvia Godelli.
“Aure”, la mostra che espone 120 immagini fotografiche che la fotogiornalista, scrittrice e sceneggiatrice polacca MoniKa Bulaj, ha raccolto negli ultimi dieci anni, è il singolare particolarissimo reportage di un viaggio che la Bulaj ha compiuto e continua a compiere nella vasta area geografica che va dalle Colonne d’Ercole al Monte Ararat, ma quello compiuto dalla Bulaj è soprattutto un viaggio fra le fedi delle genti che la storia ha spesso contrapposto, ma che rivela radici comuni ed elementi di unione che non possono essere ignorati. Le immagini proposte investono l’osservatore attento con un impatto visivo che penetra nell’anima.
Al termine dell’inaugurazione della mostra l’assessore alla cultura e responsabile del Festival dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Victor Magiar (nell’immagine a fianco assieme a Monika Bulaj), ha sottolineato che la cultura è luogo di incontro per condividere i propri patrimoni “questa – ha spiegato Magiar – è una grande esperienza della cultura ebraica, abbiamo dato molto e abbiamo ricevuto molto dalle società in cui siamo stati accolti e questo contributo è stato molto importante. Nelle società tolleranti, noi minoranze possiamo vivere in sicurezza e in libertà. Le immagini che avete visto – ha detto Magiar riferendosi alla mostra appena inaugurata -, sono bellissime ma sono anche ciò che vogliamo raccontare”.
Obiettivo puntato sulla distinzione fra i concetti di identità e appartenenza, fra luogo e spazio nella conferenza-dibattito che è seguita, temi di difficile approfondimento in un’unica serata, come ha avuto modo di rilevare l’assessore Godelli che ha tenuto le fila della serata osservando: “Ritengo il tema dell’appartenenza molto diverso da quello dell’identità, parola di moda negli ultimi tempi, ma che rischia di irrigidire il concetto di appartenenza”.

Lucilla Efrati