Qui Firenze – Il grande abbraccio con la gente
La Giornata della Cultura Ebraica è stata anche una grande opportunità di confronto con istituzioni politiche e religiose. Un confronto che, almeno a Firenze, dà i suoi frutti da molto tempo. “La Comunità ebraica non è una riserva da salvaguardare, ma fa parte di Firenze”, aveva detto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, in un’intervista rilasciata al Portale dell’ebraismo italiano. Ieri ha voluto ribadire il concetto, presenziando alle celebrazioni accanto a Daniela Misul, presidente della Comunità e al rabbino capo Joseph Levi. Una copia del numero zero di pagine ebraiche, che ha promesso di leggere con attenzione, il regalo della redazione di Moked al sindaco (nell’immagine). Particolarmente gradita anche la presenza dell’arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, alla prima visita ufficiale alla comunità ebraica. “Un forte segno di amicizia tra la comunità ebraica fiorentina e quella cristiana”, ha commentato Daniela Misul, che si è felicitata anche per la presenza di Izzedin Elzin, imam della comunità musulmana, e di alcuni rappresentanti del mondo anglicano e valdese.
Che sarebbe stata una bellissima giornata di festa lo si era capito sin dal primo mattino, quando centinaia di persone avevano seguito il corteo nuziale, diretto da Enrico Fink e Homeless Wedding Band, per le strade del centro di Firenze. Tuttavia, la partecipazione di un pubblico così numeroso agli eventi che si sono svolti nell’arco di tutta la giornata, è andata oltre ogni previsione. “Quasi duemilacinquecento persone sono venute a trovarci”, commenta Emanuele Viterbo, segretario della comunità. Il quaranta per cento in più rispetto all’anno scorso, un risultato davvero straordinario. Punto di forza delle celebrazioni è stata la programmazione vasta e articolata. Musica, letteratura, gastronomia, teatro e tanto altro, le possibilità di svago sono state molteplici. Non solo svago, comunque, ma anche la possibilità di riflettere a trecentosessanta gradi sull’identità ebraica, fiorentina e non solo. Così, il corteo nuziale, partito da piazza della Signoria e diretto al giardino della sinagoga, non ha svolto solamente una funzione di intrattenimento, ma ha anche guidato due ali di folla entusiaste in un vero e proprio “viaggio nella memoria”, alla riscoperta dei luoghi simbolici della secolare presenza della comunità a Firenze.
Adam Smulevich