Qui Milano – Insegnanti e genitori a confronto

L’eco della campagna elettorale per le elezioni della Comunità ebraica di Milano, dove i problemi della scuola hanno tenuto banco come questione fondamentale, non si è ancora spento, e si torna a parlare dell’argomento. Il tema è molto sentito perché la percezione diffusa è che il futuro della Comunità non possa prescindere da quello dei suoi ragazzi, che passa necessariamente dalla scuola ebraica. O meglio, nel caso milanese, dalle scuole, tre, quella della Comunità, la scuola chabad del Merkos e la Yosef Tehillot, fondata ormai più di dieci anni fa dalla kehillah libanese. La signora Miriam Hason ha organizzato l’incontro “L’importanza delle relazioni tra studenti, docenti e genitori” per trattare un punto fondamentale per il buon funzionamento di qualsiasi scuola, ma prima ancora di qualsiasi missione educativa. “Un tema che penso debba stare particolarmente a cuore a questa Comunità e a tutti i genitori, perché sia possibile aiutare i nostri figli a sviluppare i loro talenti nel modo migliore” ha spiegato la signora Hason introducendo la serata e i relatori. Così la direttrice della Scuola Merkos Rivka Hazan, il direttore della Yosef Tehillot Davide Cohenca e rav Roberto Colombo, preside delle medie della Scuola della Comunità hanno parlato della loro visione educativa, insieme a Maddalena Rossi, responsabile del servizio tutor e orientamento del liceo classico Cesare Beccaria.
“I bambini sono come i lumi della menorah – così Rivka Hazan ha illustrato il filo conduttore del suo lavoro da insegnante – Noi dobbiamo impegnarci per accenderli, con amore ed entusiasmo, ma anche prepararli, perché arriverà il momento in cui dovranno essere capaci di ardere da soli”. Sulla collaborazione fra insegnanti e genitori si è concentrato Davide Cohenca, che ha spiegato quanto sia essenziale che famiglie e scuola lavorino in armonia per trasmettere un’educazione forte e serena. “È indispensabile conoscere i propri figli e i propri alunni, perché infondere sapienza è importante, ma non sufficiente, se si desidera che i bambini ricevano una formazione completa”. Così è emersa come fondamentale la capacità di ascoltare ciò che i ragazzi hanno da dire, sottolineata anche da Maddalena Rossi “Grazie al mio lavoro parlo con centinaia di giovani ogni anno – ha raccontato – Non è affatto vero che gli studenti di oggi siano apatici o peggiori di quelli del passato, però sentono di essere bloccati da qualcosa. Per superare questo problema genitori e insegnanti devono sapersi sintonizzare sulla loro stessa lunghezza d’onda”. L’intervento di rav Colombo ha invece messo in campo un ordine diverso di problemi, oltre a raccontare la sua esperienza di insegnante ed educatore. Problemi particolarmente attuali nella vita comunitaria milanese, la qualità dell’insegnamento delle materie ebraiche nella scuola della Comunità e il rapporto con gli altri due istituti. “Molti guardano con nostalgia al passato della nostra scuola, quando non c’erano insegnanti specializzati per le materie ebraiche e a Purim si interrompevano le lezioni giusto il tempo di leggere velocemente la Meghillat Esther, ma io rivendico i progressi che abbiamo fatto negli ultimi anni, perché siamo cresciuti tanto e oggi diamo una preparazione ebraica di qualità – ha tenuto a precisare rav Colombo. “Personalmente poi ritengo una sconfitta la non collaborazione tra le nostre tre scuole, la mancanza di occasioni di incontro e confronto tra noi insegnanti, ma soprattutto tra i nostri ragazzi, perché la frantumazione è il rischio peggiore che una comunità ebraica possa correre”. Il pubblico ha dimostrato di avere questo problema particolarmente a cuore, e sono stati molti ad auspicare un confronto sul tema tra le tre scuole, che nella serata di ieri non c’è stato, in una apposita occasione nel prossimo futuro.

Rossella Tercatin