Qui Trani – Dopo cinque secoli d’attesa torna in vita la leggendaria “ciudad judi’à”
“Trani es una ciudad muy ermosa y judi’à”, affermava nella seconda metà del XII secolo il rabbino ed esploratore spagnolo Beniamino da Tudela, ed è questo il titolo scelto per il concerto che ha chiuso la Giornata tranese della Cultura ebraica con musicisti in abiti cinquecenteschi, giornata che ha visto, fin dal mattino il susseguirsi di spettacoli, conferenze e momenti musicali, di alto livello culturale. Lo spettacolo teatrale Il ritorno del Mabit, con attori in costumi medievali, proposto al mattino con il ciclo della vita e al pomeriggio con le feste e i riti ebraici (spiegati precedentemente allo spettacolo dal rav Riccardo Di Segni), le interessanti conferenze Puglia, cerniera tra Oriente e Occidente con i professori Cesare Colafemmina e Giovanni De Bonfils dell’Università di Bari e Pax imperiale e Messianismo all’epoca del secondo Tempio e alla luce del diritto romano, con i professori Massimo Miglietta dell’Università di Trento, Francesco Lucrezi dell’ateneo salernitano e il rav Shalom Bahbout hanno segnato i momenti salienti di una giornata emozionante sotto i punti di vista.
Oltre al Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna (in primo piano nell’immagine), ai consiglieri Yoram Ortona e Victor Magiar ai rabbini Riccardo Di Segni, Shalom Bahbout e Roberto Della Rocca, molte sono state le personalità locali intervenute, dal sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, all’assessore alla cultura Andrea Lovato, all’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli e al consigliere provinciale Giuseppe Corradi.
“Il nostro è il modello della presenza di una diversità arricchente, una presenza che in Italia esiste da 21 secoli” ha osservato il rav Riccardo Di Segni, giunto da Roma per partecipare alle manifestazioni celebrative della giornata “Abbiamo contribuito – ha spiegato il rabbino capo di Roma – al progresso del Paese, in un’alternanza di storie liete e di sofferenza tra insediamenti e cacciate. Trani è un luogo simbolo dell’ebraismo europeo, in cui gli ebrei hanno vissuto, da cui sono stati cacciati, rimanendo in pochi e ora si stanno riorganizzando in una delle sinagoghe più antiche d’Europa, la Scolanova” .
La comunità tranese, infatti, con la sua sinagoga edificata nel XIII secolo nel quartiere ebraico della città è stata per un millennio riferimento per tutte le comunità ebraiche nel Mezzogiorno d’Italia. Un percorso bruscamente interrotto nel 1541, quando l’editto di espulsione dal Regno di Napoli colpì gli ebrei del Sud d’Italia. Ma quello che è stato celebrato a Trani, dopo cinque secoli d’attesa è stato il ritorno e non la persecuzione. “Noi oggi non siamo qui a parlarvi di persecuzioni, – ha infatti osservato il rav Roberto Della Rocca (nell’immagine a fianco al presidente Gattegna), direttore del dipartimento eduazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – oggi vi parliamo di feste, di cibo e di musica, e tutte queste cose sono scandite dalla luna e non dal sole. Per noi ebrei la luna è un paradigma, perché la luna è un astro che cambia e si modifica ogni giorno e questo è tipico della nostra identità che non può essere cristallizzata. La luna è un astro che non si vede e si nasconde, ma c’è sempre, come il popolo ebraico e noi non siamo qui per piantare bandiere, non per colonizzare, ma solo per dire che ci siamo”.
Francesco Lotoro, musicista e responsabile della sezione culturale di Trani, esprime la propria soddisfazione quando gli chiediamo un piccolo veloce bilancio della giornata “Il successo della giornata è andato oltre tutte le previsioni. Mi aspettavo qualcosa di bello ed è stata una cosa meravigliosa. “Ho fatto un po’ di tutto, ricorda sorridendo, dalle cose più importanti a quelle meno importanti, ma tutti qui hanno collaborato, Avraham Zecchillo (il chazan del tempio) si è occupato della casherut, mia moglie ha preparato tutte le seudot e ha allestito lo stand dei libri, Dov Holzer, si è occupato dei rapporti con i non ebrei del posto e poi, cosa non trascurabile, c’è stata la grande collaborazione del Comune e dei tranesi che è stata determinante. Vorrei rivolgere un todà rabbà (grazie) a tutto il vicinato che ci ha aiutato a scatenare la nostra fantasia con gli striscioni e le luci che hanno abbellito la piazza, a Nicolangelo Di Bitonto per i lavori di restyling della sinagoga e al il gruppo di musicisti e araldi in costume d’epoca diretti da Gianluigi Belsito“.
Lucilla Efrati