Qui Trieste – Una Giornata ricca di eventi per rilanciare un messaggio d’accoglienza
E’ la tenda di Abramo uno dei simboli della Giornata della Cultura Ebraica che rimarrà nei cuori. Qui, in questa grande tenda beduina giunta per l’occasione da Israele e montata in una delle piazze più belle di Trieste, in faccia alla maestosa Chiesa di Sant’Antonio e a soli pochi passi dalle cupole lucenti della Chiesa serbo ortodossa, domenica si è celebrato il rito prezioso dell’accoglienza e della conoscenza dell’altro. Per alcune ore, tra cuscini colorati e lampioni orientali, è stato un via vai di gente, abbracci e dialogo al di là d’ogni barriera di lingua, nazionalità, religione. Sui tavoli, subito dopo il rito ecumenico cristiano guidato dalla Chiesa ortodossa, humus, burekas greche e insalate israeliane a raccontare il meltin pot ebraico in cucina. E a rammentare le ragioni dell’ospitalità e dello stare insieme ecco la frutta e le bevande offerte dalle altre comunità religiose.
In una città come Trieste, che dell’armonia e della convivenza tra le genti ha fatto la pietra angolare del suo sviluppo e che dallo scontro tra i popoli è rimasta ferita fin nel profondo, far risuonare il tema dell’accoglienza ha un significato del tutto particolare. Ed è stato proprio questo il messaggio rilanciato dalla Comunità ebraica triestina attraverso una serie d’appuntamenti che in occasione della Giornata della cultura ebraica con l’associazione WeDoCare e il sostegno di Comune, Provincia e Regione, hanno ottenuto un riscontro straordinario da parte della città.
La celebrazione dell’Havdalah di fronte alla Sinagoga; le mostre; l’importante dialogo a più voci con personalità internazionali al teatro Verdi, tempio della lirica (nell’immagine a fianco). E poi le visite guidate, la meravigliosa accoglienza dei volontari al museo ebraico Carlo e Vera Wagner. E a conclusione il grande concerto (nell’immagine in alto) con David D’or, Bilja Krstic, il Dragan Dautovski quartet e Miriam Tukan che ha riempito la piazza sino all’inverosimile e ha fatto cantare e ballare anche i più compassati intrecciando melodie e sonorità da tutto il mondo a raccontare le infinite e preziose possibilità dell’incontro tra le culture. Insomma, una proposta articolata e di grande impegno capace di coinvolgere nel profondo la città: una Giornata della Cultura Ebraica diversa e travolgente sia per l’elevato livello dell’evento sia per la complessità dei contenuti.
“Trieste – spiega il presidente della Comunità ebraica Andrea Mariani – ha voluto così proporsi all’insegna della sua tradizione migliore, ripartendo dai propri punti di forza che nel passato hanno creato le condizioni necessarie alla prosperità e alla civiltà, fattori che sono imprescindibilmente legati alla libertà di ogni uomo”. “La volontà comune – conclude – è stata di segnare una fondamentale tappa, nella prospettiva di una visione futura aperta; un impegno collettivo all’ottimismo, soprattutto per quanto riguarda il senso sociale di giustizia, progresso, tolleranza e dignità per tutti gli esseri umani. La Giornata della Cultura Ebraica dunque come punto di partenza sostanziale, capace di esprimere la devozione necessaria ai principi etici e morali radicati nella cultura del dialogo e nella cultura del rispetto dell’altro”. A giudicare dalla risposta della città la scommessa è riuscita nel migliore dei modi. Per la Comunità ebraica si tratta ora di raccogliere questa sfida e di rilanciare verso nuove prospettive.
Daniela Gross