
Elia Richetti,
rabbino
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Il
versetto “Dietro il Signore D.o vostro procederete, Lo venererete,
osserverete i Suoi precetti, darete ascolto alla Sua voce, Lo servirete
ed aderirete a Lui” è di fatto, in forma plurale, la ripetizione di un
analogo versetto della Parashà precedente, espresso però al singolare.
Questa stranezza è stata coì spiegata dal Rebbe di Gur: quando le cose
vanno in maniera regolare, ognuno ha la possibilità individualmente di
essere temente di D.o; ma quando ci sono tanti che cercano di
distoglierci dal corretto rapporto con Lui, allora è necessario essere
tutti insieme per opporre la nostra forza.
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Giorgio Berruto
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In
via della Reginella 25, a Roma, tra la Piazza del ghetto e la Fontana
delle tartarughe, ha da poco aperto (o meglio, riaperto, perché già
esisteva in una viuzza poco più in là) la galleria di lettere ebraiche
Alefbet di Gabriele Levy. All’entrata, campeggiano proprio loro, le
prime due lettere dell’alfabeto ebraico: Alef e Bet appunto. Così le
presenta Catherine Chalier nelle “Lettere della creazione” (Giuntina):
Alef, “la lettera della pura unità, la lettera assente perché celata
alla sensibilità dello sguardo umano, o anche la lettera ritirata in un
passato immemoriale, assilla tuttavia, in modo straordinario, giorni e
notti di coloro che la vita in seno alla bella immanenza di una
molteplicità copiosa, ma senza orientamento, lascia smarriti e
inquieti”.
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Hamas attacca Israele Oltre 150 razzi nella notte |
Oltre
150 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza contro Israele nel
corso delle ultime ore. Migliaia le persone nel Sud del Paese costrette
a scappare nei rifugi nel mezzo della notte; undici gli israeliani
feriti dai razzi. Una donna a Sderot, riportano i media locali, è stata
ricoverata in gravi condizioni. Alla nuova escalation di violenza
guidata dal movimento terroristico di Hamas ha risposto l’esercito
israeliano, colpendo oltre 140 obiettivi militari nella Striscia di
Gaza. “L’attacco è stato condotto in risposta ai razzi lanciati da Gaza
contro Israele durante tutta la notte. – ha spiegato il portavoce
dell’esercito – Siamo determinati a garantire la sicurezza degli
israeliani, siamo in allerta e preparati per diversi scenari. Hamas è
responsabile e si farà carico delle conseguenze di quanto sta
accadendo”. Un alto funzionario dell’esercito ha dichiarato ai media
che Israele sta considerando di evacuare città e insediamenti a quattro
chilometri dal confine con Gaza e avviare una nuova operazione su larga
scala per rispondere alle violenze di Hamas.
L’annuncio shock sul treno lombardo. Molta attenzione sui quotidiani
italiani per quanto accaduto su un treno di Trenord in Lombardia, dove
una capotreno ha deciso di usare gli altoparlanti a bordo per invitare
i passeggeri a “non dare monete ai molestatori. “E agli zingari:
scendere alla prossima stazione, avete rotto”. La frase è stata subito
denunciata da diversi passeggeri – uno di loro è stato intervistato
oggi dal Corriere – e l’episodio è diventato oggetto di polemica
politica (Corriere). “A volte c’è qualcuno che insiste di più per farsi
dare dei soldi — spiega un passeggero a Repubblica Milano – o che sale
senza biglietto e non vuole scendere né pagare. Capisco che sia
difficile gestirli. Bisognerebbe aumentare i controlli, invece di
spaventare i passeggeri con annunci così rabbiosi”.
I migranti italiani. “Non dimentichiamo che Marcinelle è una tragedia
dell’immigrazione, soprattutto ora che tanti vengono in Europa. Non
sottostimiamo la difficoltà di gestire un tale fenomeno, ma non
dimentichiamo che i nostri padri e nonni erano migranti”, queste parole
del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in ricordo della stage
di Marcinelle – località belga dove l’8 agosto 1956 morirono in una
miniera 262 persone di cui 136 italiani – sono riuscite a far scatenare
le polemiche. Diversi esponenti della Lega, tra cui il ministro
Salvini, hanno attaccato il capo della Farnesina (La Stampa). “Un tiro
al bersaglio contro il capo della diplomazia tricolore, – scrive
Repubblica – colpevole solo di aver ripercorso un pezzo di storia. Di
aver voluto ricordare lo sciagurato accordo col Belgio sul carbone in
cambio di 60mila minatori (risolto dopo la tragedia) che ‘rappresenta
prima di tutto la memoria del nostro Paese, di tante persone che
lasciavano l’Italia per andare a trovare un lavoro fuori’, aveva
scandito Moavero”.
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l'escalation di violenza
Oltre 180 razzi contro Israele
Hamas vuole lo scontro
“Eravamo
con i bambini. Abbiamo sentito un fischio e un esplosione dopo il suono
di diverse sirene. C’era il panico, specialmente tra i bambini…
Speriamo che il governo faccia tutto il possibile per riportare la pace
qui”. È il racconta alla televisione israeliana di Asher Pizam, uno dei
residenti di Sderot, teatro della nuova aggressione proveniente da
Gaza. Nelle ultime 24 ore il movimento terroristico di Hamas ha infatti
sparato oltre 180 razzi contro il Sud d’Israele, ferendo undici
persone, causando danni a diversi edifici e costringendo migliaia di
famiglie a trovare riparo per ore, con i bambini al seguito, nei rifugi
antimissile.
A questa serie di violenze, Israele ha risposto colpendo nella notte
circa 150 obiettivi nella Striscia di Gaza. Durante i bombardamenti
mirati a colpire postazioni di Hamas, ci sono state – secondo il
ministero della Salute di Gaza – tre vittime. Nelle scorse ore la
leadership del movimento terroristico di Gaza aveva annunciato di
essere pronta a cessare le violenze per poi far partire un razzo contro
Beersheva, la più grande città del sud del paese. È la prima volta
dall’operazione Margine Protettivo del 2014 che Beersheva viene presa
di mira dai palestinesi.
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l'appello al mondo dell'informazione
"Su Israele media riportino i fatti È Hamas a innescare la violenza"
Ci
sono fatti, ci sono interpretazioni dei fatti e purtroppo ci sono
silenzi assoluti o titoli che restituiscono al lettore ascoltatore, già
poco informato, una realtà totalmente diversa da quanto avviene in
queste ultime 24 ore. È quanto sta gravemente accadendo su alcuni
quotidiani e siti d'informazione italiani ed esteri, sui fatti al
confine di Gaza. Non si può invertire l'ordine cronologico delle
notizie e parlare di bombardamenti israeliani a Gaza come se fossero
scelte deliberate senza un motivo scatenante: oltre 170 razzi lanciati
da Hamas contro insediamenti civili. Mentre speriamo che le forze
politiche condannino il comportamento di Hamas, sottolineiamo che non
si può rivolgere lo sguardo sofferente solo verso un lato. Nessun paese
al mondo rimarrebbe inerme di fronte a chi minaccia ed attacca i suoi
cittadini. Un'informazione realmente libera, interessata a raccontare
le vicende di un territorio e riflettere sulle ragioni e le conseguenze
che per l'intera area ne derivano riporta anzitutto tutti i fatti. Se
alla responsabilità di chi innesca conflitti armati o solo
apparentemente pacifici, usando come scudo i propri figli, si aggiunge
la leva dell'informazione selettiva, arma perfetta di chi ben sa che
Israele ne risponde sul piano della reputazione umanitaria, allora sì
che il conflitto si trasformerà in guerra. E allora cosa racconterete?
di cosa vi preoccuperete?
Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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Setirot
- Odio |
Una delle parole più ricorrenti, in mille salse, è da qualche tempo “odio”. Vogliamo parlarne?
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Joan Baez |
Sono
in viaggio, questa sera assisterò al concerto di Joan Baez a Pollenzo.
Sono davvero curiosa di vederla dal vivo, per me è la prima volta e la
prossima settimana racconterò le mie impressioni.
Ma per oggi, vi lascio una sua canzone, un piccolo assaggio di questa
grande artista di cui racconterò in modo più approfondito. È una
canzone particolare, molto intima e spirituale, così lontana dalle
canzoni politicamente impegnate che segnano sia il passato di Joan Baez
sia il presente.
Maria Teresa Milano
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A me mi
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Da
qualche tempo un piccolo tarlo mi rode lentamente, volicchiando da un
orecchio all'altro. Se lo scaccio, si ripresenta quando sono
sovrappensiero, cogliendomi impreparata. È in un articolo di giornale.
In un servizio televisivo che sento passando accanto ad un bar. È nella
musica che ascolto alla radio mentre guido sola.
Il tarlo è nei bambini che tornano da scuola. Escono con tutti i
congiuntivi e la consecutio temporum in cartella, e tornano chiedendomi
la pasta in bianco perché “a me non mi piace il sugo”. Storco la bocca,
e rispondo, “a te non piace il sugo, e pensare che a me invece piace
tanto”! Sottolineo con enfasi i pronomi, non si sa mai che come il
contagio è arrivato in loro, così si incamminino verso la guarigione.
Reprimo il brivido lungo la schiena, scrollo le spalle e cucino la
pasta (in bianco e al sugo).
Sara Valentina Di Palma
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