Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     16 Settembre 2020 - 27 Elul 5780
LA STORICA CERIMONIA DI WASHINGTON 

Una firma che cambia il Medio Oriente

Sin dalla sua nascita nel 1948, Israele è stata considerata dai Paesi arabi come un corpo estraneo. La pace con l’Egitto siglata nel 1979 e con la Giordania del 1994 hanno segnato un cambio di orientamento. Il primo mattone di una legittimazione ancora da costruire. Per ottenerla, a Israele è sempre chiesto di raggiungere prima un accordo con i palestinesi: normalizzazione dei rapporti in cambio di pace e di uno Stato palestinese, è stato a lungo il mantra ripetuto nelle sale della Lega araba. Gli accordi firmati in questa vigilia di Rosh HaShanah a Washington tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein stravolgono questo dogma: il campo arabo-musulmano cosiddetto moderato accetta Israele come membro legittimo della regione, senza precondizione sui palestinesi, sempre più marginalizzati.
“Israele non è mai stata meno isolata di oggi” ha dichiarato il Primo ministro Benjamin Netanyahu, a margine della storica firma. Una nuova alba per il Medio Oriente, la definizione del Presidente Usa Donald Trump, mediatore della doppia intesa. “Altri seguiranno”, ha sostenuto Trump. “Sette o otto o nove” paesi sono pronti alla normalizzazione dei rapporti con Israele, la sua previsione, facendo rientrare in quel numero anche il “colpo grosso”: l’Arabia Saudita. “Arriverà al momento giusto”, ha detto Trump. Il vento dunque è cambiato, l’analisi condivisa degli analisti israeliani. “Finora, nonostante gli accordi di pace con Egitto e Giordania, lo Stato ebraico, sovrano, è stato considerato dal punto di vista della legge islamica un insediamento straniero illegittimo in un’area quasi interamente musulmana", spiega Ron Ben-Yishai, tra i più celebrati corrispondenti di guerra e analisti d’Israele nonché firma di Yedioth Ahronoth. "L’accordo degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein per la firma delle relazioni diplomatiche ed economiche con Israele è stato fatto con il consenso dell’Arabia Saudita, il leader e il più importante Stato del campo arabo filo-occidentale, quindi gli accordi possono essere visti come la rottura di un tabù storico che fa di Israele uno dei più importanti membri del campo filo-occidentale del Medio Oriente. E questo, come detto, è un passo storico”.

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LA CERIMONIA AL CIRCOLO DELLA STAMPA 

Giornalisti epurati nel '38, Trieste fa Memoria

“Viviamo in un’epoca in cui anche i gesti simbolici hanno un peso. Si tratta quindi di un riconoscimento che guarda non solo al passato ma anche al nostro presente. Un monito contro l’avanzata di nuove parole d’odio”. 
Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Friuli-Venezia Giulia, è tra gli artefici di una importante cerimonia che avrà luogo venerdì mattina al Circolo della stampa di Trieste e sul quale si era già confrontato con la redazione di Pagine Ebraiche in occasione dei lavori di Redazione aperta: la reiscrizione “ad honorem” di sette giornalisti triestini cancellati dagli elenchi professionali con l’entrata in vigore delle leggi antiebraiche promulgate dal fascismo nel 1938. Torneranno così iscritti, in memoria, il giornalista professionista Federico Levi, stenografo al Piccolo, e i pubblicisti Edvige Levi Guanalachi, Vito Levi, Alice Pincherle, Aldo Cassuto Mario Bolaffio e Isacco Kleim. 

(Nell'immagine di Giovanni Montenero un momento della cerimonia di consegna del San Giusto d'oro alla Comunità ebraica triestina, avvenuta nel 2018, di cui l'iniziativa in programma venerdì è l'ideale prosecuzione). 

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MELAMED 

Quando la disciplina è figlia della libertà

Maria Montessori moriva il 31 agosto 1870. Medico, neuropsichiatra infantile, filosofa ma soprattutto educatrice, ha il merito di aver saputo coniugare l’educazione alla libertà e la formazione all’autodisciplina.
Molte scuole, destinate a bambini e giovani, sono state aperte ispirandosi al suo metodo didattico, in diverse parti del mondo.
L’assunto da cui partiva la Montessori è che ogni bambino sia portatore di un’energia creativa enorme e capace di dare a se stesso, grazie a tale energia, possibili forme di autodisciplina e regole.

Saul Meghnagi 

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QUI FIRENZE - LA PRESENTAZIONE 

Machazor e siddur, la sfida di guardare al futuro

Si è tenuta nel giardino del Tempio di Firenze, alla presenza di diversi convenuti, la presentazione del nuovo machazor di Rosh HaShanà curato da rav Amedeo Spagnoletto secondo il minhag fiorentino e del siddur sefardita per i bambini del Talmud Torà curato da rav Gadi Piperno. Proprio il rabbino capo della Comunità fiorentina, rav Piperno, ha sottolineato la vivacità editoriale che negli ultimi anni ha ruotato intorno alla Comunità – di cui fa parte anche il machazor di Kippùr pubblicato un anno fa sotto la curatela del suo predecessore, rav Spagnoletto.

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PAGINE E SVOLTE CON DAVID BIDUSSA

Aleksandr Herzen, rivoluzione e libertà

Cosa può raccontarci un libro pubblicato a metà dell’Ottocento sulla nostra idea di libertà oggi? Parte da questo interrogativo la riflessione dello storico sociale delle idee David Bidussa nella nuova puntata di “pagine e svolte”. Il libro preso in esame è Dall’altra sponda (Adelphi) di Aleksandr Herzen, in cui l’autore riflette sull’evoluzione delle rivoluzioni, sull’idea di socialismo e, appunto, sul concetto di libertà.
Riflessioni che, scriverà nel 1956 Isaiah Berlin in merito all’opera di Herzen, “sono oggi originali e notevoli come quando furono per la prima volta espresse cento anni fa, e la loro importanza per la nostra epoca sembra ancora più grande di quanto non lo sia stata per la sua”. L’epoca non è più quella di Berlin ma, spiega Bidussa, l’attualità delle parole di Herzen rimane intatta.

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Ticketless - Le case dei vivi
Sono i giorni in cui rendiamo omaggio ai nostri cari. Ogni Comunità italiana ha le sue tradizioni; leggevo su questo portale, a margine dell’ultimo saluto all’indimenticabile Amos Luzzatto, l’usanza veneziana dell’ultimo giro in Campo del Ghetto. Riflettevo in questi giorni sull’importanza che hanno queste tradizioni e in genere gli antichi cimiteri ebraici italiani nell’opera dei nostri maggiori scrittori del Novecento. Si pensi all’incipit del Giardino di Bassani e al ruolo che, nel romanzo, hanno gli studi di epigrafia del padre di Micòl. Pochi sanno che il famoso caso giudiziario dello smemorato di Collegno scoppiò davanti al cimitero ebraico di Torino. Lo smemorato (Bruneri o Canella?) viene arrestato per aver rubato dei vasi dalle tombe degli ebrei. Quello degli antichi cimiteri è un autentico topos, che tocca registri elevati, poetici (in Saba, via del Monte), ma anche umoristici: “Ho ereditato da mio padre una tomba al cimitero ebraico di Torino e la foresteria di un castello dell’Albese. In tutti questi anni la prima non ha fatto che salire di valore, la seconda che perderne”. Così, Vittorio Dan Segre, “l’ebreo fortunato” in apertura del secondo capitolo delle sue memorie, intitolato non per caso “La tomba”.
Alberto Cavaglion
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L'accordo di Washington
Tempo fa parlavo con un professore ebreo del Franklin College di Sorengo (Lugano). Un college svizzero-americano polo d’eccellenza degli studi di politica internazionale. Il college ospita studentesse e studenti da tutto il mondo, spesso destinate/i alla carriera diplomatica. Molti vengono da famiglie altolocate dei Paesi arabi. Un giorno dialogava con una sua studentessa saudita, che, fra il serio e il faceto gli ha detto: “Professore, è vero che noi odiamo gli ebrei, ma più di tutti odiamo i sunniti!”. Si potrebbe riassumere in questa frase la strategia che ha portato all’accordo, davvero storico, firmato ieri a Washington.
Davide Assael
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Periscopio - Netzach Israel
Ho avuto il privilegio di leggere in anteprima un lavoro di grande interesse, pronto per la stampa, nel quale si offre al pubblico italiano, per la prima volta, la traduzione di ampie parti de “L’eternità di Israele”, del Maharal di Praga (Rabbi Yehuda Loew Ben Bezalel, 1520-1609).
Non sono in grado di giudicare la qualità della traduzione, che presumo di elevato livello, ma mi sento comunque, pur nella mia ignoranza, di dire, al riguardo, due cose.
Francesco Lucrezi
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L'Arca e il cestello
Il pianista e compositore britannico Wilhelm Joseph Hildesheimer (foto) nacque a Londra il 15 dicembre 1911 e dall’età di 3 anni visse a Berlino, città natale della madre che colà si trasferì dopo aver divorziato; completò gli studi secondari presso la Schule Schloss di Salem/Bodensee ma nel 1935, dato il clima politico maturato in Germania, preferì trasferirsi nei Paesi Bassi divenendo docente di musica presso la Quakerschool Eerde di Ommen.
 
Francesco Lotoro
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Quella breccia da ricordare
“In questo supremo momento, in questo avvenimento mondiale della caduta del Potere temporale dei pontefici di Roma, crediamo prezzo dell’opera di un giornale israelitico di far rilevare la terribile condizione in cui si trovavano i suoi correligionari per tanti secoli sotto il governo dei Papi, non solo nei tempi antichi, ma ben anco negli ultimi anni…”.
Non nasconde la propria soddisfazione il Corriere Israelitico nel commentare a caldo Porta Pia con la sua benefica conseguenza, tra l’altro, di porre fine al ghetto romano, ripercorrendo secoli di persecuzioni e vessazioni.
Gadi Polacco
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