Beni da salvare 2 – L’intervento dell’on. Ruben: “Ora bisogna guardare al futuro”
I tagli della Finanziaria non risparmieranno i beni culturali ebraici, che nel 2009 vedranno decurtati del 25 per cento i fondi destinati a restauri e recuperi. Ma la riduzione delle risorse, pari a circa 450 mila euro, potrebbe rivelarsi meno allarmante di quanto paventato. A mettere in sicurezza il prezioso patrimonio dell’ebraismo italiano ha provveduto infatti un Ordine del giorno che ha impegnato il Governo a intervenire in casi di particolare urgenza anche al di là degli stanziamenti previsti.
“In situazioni particolari il Ministero dei beni culturali valuterà, su richiesta dell’Ucei – Unione delle comunità ebraiche italiane, la possibilità di accordare ulteriori finanziamenti”, spiega l’onorevole Alessandro Ruben, parlamentare Pdl, presidente dell’Antidefamation league italiana e Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, primo firmatario dell’atto d’indirizzo che sulla tematica del patrimonio ebraico ha aggregato – accanto ai parlamentari ebrei Emanuele Fiano (Pd) e Fiamma Nirenstein (Pdl) – uno schieramento bipartisan che spazia da Isabella Bertolini a Gabriella Carlucci a Olga D’Antona, da Luca Barbareschi a Walter Tocci.
In una situazione di tagli generalizzati per i beni ebraici rimane dunque aperta una porta. “La contrazione delle risorse legata alla crisi economica – spiega infatti Alessandro Ruben – non ha risparmiato nessun ministero”. “Nei confronti dell’Ucei e del patrimonio culturale ebraico – prosegue – il Governo ha però mostrato una particolare sensibilità e facendo propria la nostra richiesta di un’attenzione specifica alle problematiche che possono mettere a rischio il patrimonio e richiedono fondi aggiuntivi e procedure semplificate per agire con tempestività”.
La sensazione, tra gli addetti ai lavori, è che attraverso questo spiraglio si possa davvero riuscire a garantire, almeno per il 2009, la tutela dei beni ebraici. Anche perché in una prospettiva d’interventi edilizi di lungo termine il taglio potrebbe trovare una sorta di ammortizzazione o comunque non rivelarsi troppo disastroso.
Si tratterà ora di lavorare in sede parlamentare per tamponare le falle ed evitare che le situazioni architettoniche più a rischio siano compromesse. Puntando al contempo a un adeguato rifinanziamento della legge 175 anche per gli anni a venire.
Intanto la palla passa all’Ucei. Spetterà infatti all’apposita Commissione il difficile compito di vagliare le sempre numerose richieste di restauri e recuperi di beni ebraici pervenute dalle singole comunità italiane e stabilire delle priorità decidendo quali devono essere esaudite subito e quali possono invece restare in attesa.
L’impianto di questi provvedimenti legislativi resta, e questo è un fatto fondamentale. Bisognerà ora impegnarsi perché gli stessi provvedimenti continuino a essere finanziati anno dopo anno al massimo livello possibile, al fine di portare in salvo beni culturali di inestimabile valore che testimoniano della vita della più antica realtà della Diaspora, ma che appartengono al tempo stesso al patrimonio nazionale di tutti gli italiani.
Daniela Gross
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