Se le rime del Dr. Seuss raccontano la Shoah
Prima il Dr. Seuss era solo un amatissimo autore americano di libri per bambini. “Solo”, per modo di dire, ovviamente, visto che le sue rime e i suoi personaggi fanno parte dell’immaginario collettivo di più di una generazione. Poi i personaggi sono diventati parte di un universo che oltre ai racconti comprende film, anche di grande successo, giochi, app e un sito, Seussville, dove si ritrova tutto il suo mondo.
Prima il Dr. Seuss era solo un amatissimo autore americano di libri per bambini. “Solo”, per modo di dire, ovviamente, visto che le sue rime e i suoi personaggi fanno parte dell’immaginario collettivo di più di una generazione. Poi i personaggi sono diventati parte di un universo che oltre ai racconti comprende film, anche di grande successo, giochi, app e un sito, Seussville, dove si ritrova tutto il suo mondo. Pochi forse sanno che oltre ad essere autore e illustratore Theodore Seuss Geisel ha avuto successo anche come fumettista politico, ed è stato autore di un documentario che ha vinto il premio Oscar nel 1948. Allora forse non è del tutto incongruo che il suo stile narrativo, associato normalmente a Ortone, l’elefante, al Grinch – forse il suo personaggio più famoso – o a storie vagamente surreali come Prosciutto e uova verdi sia stato usato per un film sulla Shoah. Si tratta di un cortometraggio, intitolato Wallace Seeks Solace, che racconta la storia di un undicenne sotto il nazismo. Le rime e i metri trisillabici caratteristici dei racconti del Dr. Seuss sembrerebbero incongrui con la violenza nazista, ma Christopher Macken, il regista, e Zack Bernstein, autore e produttore, entrambi studenti di cinema all’Emerson College di Boston, sono convinti che raccontare la storia attraverso l’immaginario di un bambino possa arrivare a toccare moltissime persone, difficili da raggiungere altrimenti. Con un budget minimo e soli quattro giorni di riprese, coinvolgere altri studenti e le loro famiglie nel progetto è stata una scelta praticamente obbligata, e indispensabile in tutte le fasi della lavorazione. Un aiuto su tutto: dagli oggetti di scena ai costumi, ai fondi necessari per la postproduzione.
Lavorare su argomenti come razzismo, discriminazione, violenza e Shoah non è semplice, e la maggior parte degli studenti evita di assumersi il rischio, anche per evitare difficoltà pratiche, che anche la lavorazione di Wallace Seeks Solace ha dovuto affrontare: per esempio in molti hanno fatto fatica ad accettare che in un parco ci fossero attori vestiti da nazisti e dopo gli insulti di alcuni passanti, si è arrivati persino allo scontro fisico. Altri si sono sentiti offesi dall’utilizzo dello stile tipico del Dr. Seuss per affrontare un simile argomento. Il risultato finale non è banale, la contraddizione fra le rime giocose e la cupezza del soggetto farà sicuramente discutere. Il cortometraggio, che è stato iscritto a partecipare a numerosi concorsi e verrà proiettato a Boston nelle prossime settimane, dovrà ora affrontare il giudizio del pubblico, ed è probabile che in molti si ritroveranno a desiderare che si avverino le parole del narratore: “In his blue bumpy bed, some people say, if one closed their eyes, the demons would just go away”. “Stando al sicuro nel proprio letto blu, in molti penseranno, se si sta con gli occhi chiusi, i demoni spariranno.”
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(3 maggio 2013)