Nugae – Il valore della Parola
Mentre alcuni fratelli maturandi si preparano all’esame prendendo aperitivi con gli amici (arrivare rilassati è tutto, insomma) e tornano a casa affermando con un’alzata di spalle di aver svolto la traccia su “boh, questo Claudio Magris”, nel frattempo qualche sorella che ci è già passata guarda Quintiliano dall’alto in basso e, tramortita da un brano estrapolato come una ragazzina che si ciba di citazioni di Fabio Volo e del Dalai Lama, pensa che quel tema avrebbe proprio avuto voglia di farlo. Perché quelle domandine incalzanti e irritanti della famigerata analisi del testo stavolta non mettono uno studente tremebondo di fronte a versi telegrafici da cui estrapolare auliche interpretazioni o a discorsi contorti di cui capire la morale molto ben nascosta tra le righe, ma spingono più semplicemente un lettore a riflettere su una cosa bella. “Oltrepassare frontiere; anche amarle – in quanto definiscono una realtà, un’individualità, le danno forma, salvandola così dall’indistinto – ma senza idolatrarle, senza farne idoli che esigono sacrifici di sangue. Saperle flessibili, provvisorie e periture, come un corpo umano, e perciò degne di essere amate; mortali, nel senso di soggette alla morte, come i viaggiatori, non occasione e causa di morte, come lo sono state e lo sono tante volte. Viaggiare non vuol dire soltanto andare dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall’altra parte”. E così per una volta quello che per un liceale al patibolo doveva essere un incubo si trasforma in un messaggio di speranza. E allo stesso tempo viene messa in evidenza una definizione di tolleranza diversa da tutte le altre, perché non contiene benevolenza troppo ostentata e nemmeno grida di condanna, come quelle che fioriscono nelle dichiarazioni nebulose che invadono orecchie e carta, ma parole ricercate e accurate che stregano un intero paese. Dove proprio Magris ha detto a Pagine Ebraiche di temere “che il dilagare della chiacchiera, il proliferare di messaggi, il disperato accalcarsi di chi cerca visibilità finisca per spegnere il valore della Parola”.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(23 giugno 2013)