16 ottobre – Il presidente UCEI Gattegna: “Lotta senza tregua contro ogni razzismo”
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha pronunciato, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il seguente discorso:
Illustre e caro Presidente Napolitano,
illustri autorità,
cari amici e, soprattutto, cari amici che siete riusciti a ritornare a Roma dopo la deportazione,
siamo qui riuniti per ricordare, dopo settant’anni, la vile e disumana deportazione di 1023 ebrei romani nel campo di sterminio di Auschwitz; solo sedici, quindici uomini e una donna, sono tornati.
Questa grande tragedia è solo una parte di quella di dimensioni immense e incommensurabili, che fu la Shoah, nel corso della quale i nazisti uccisero, tra atroci sofferenze, sei milioni di ebrei e centinaia di migliaia di zingari, oppositori politici, omosessuali e disabili.
Molti storici si sono chiesti se fosse giusto definire la Shoah come “il male assoluto” o “la più grande tragedia nella storia dell’umanità”.
Certamente nessuno potrà mai negare che la Shoah è stata una profonda voragine nella quale una parte del genere umano è precipitata e che si caratterizza per i metodi di sterminio che sono stati applicati.
Fu infatti un genocidio scientificamente programmato e finalizzato a sterminare milioni di esseri umani il più rapidamente possibile, con la minima spesa, e addirittura con l’utilità che derivava dallo sfruttamento dei deportati fino allo sfinimento attraverso il lavoro forzato e l’uso dei loro corpi come cavie di laboratorio.
Questo fu l’orrore aggiunto, qualcosa che non si era mai visto prima.
Nonostante tutto ciò, esistono ancora in Europa e nel mondo nuovi nazisti e nuovi fascisti che orgogliosamente rivendicano l’eredità morale di quei criminali.
La prima caratteristica che li distingue è il negazionismo, la falsificazione dei fatti storici e la diffusione della tesi che i campi di sterminio non sono mai esistiti e che si tratterebbe di una manipolazione attuata dagli ebrei stessi e dalle nazioni vincitrici della Seconda Guerra Mondiale.
Un esempio recente è emerso solo pochi giorni fa quando è deceduto, in età avanzatissima, uno degli ultimi criminali nazisti, condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana, e di cui non voglio pronunciare il nome per non evocarlo e per non profanare questo luogo sacro.
Subito dopo la sua morte, i suoi seguaci hanno reso pubblico un testamento nel quale egli ribadisce di non essersi mai pentito dei delitti commessi e poi conclude ripetendo le più incredibili argomentazioni negazioniste.
I nazisti furono assassini di esseri umani, i loro seguaci di oggi sono assassini della memoria.
Ma non si illudano, non vinceranno mai.
Come il nazismo e il fascismo furono sconfitti e crollarono sotto il peso della barbarie che avevano organizzato, anche i loro eredi spirituali sono destinati ad essere spazzati via con ignominia e disonore.
La loro perversa tendenza ad interpretare la storia e i comportamenti degli uomini in senso contrario alla verità è veramente stupefacente e agghiacciante.
A loro vorrei ricordare che, come la storia ha dimostrato, i loro predecessori, i loro modelli, erano solo dei vigliacchi mascherati da guerrieri puri e coraggiosi.
Nella realtà erano spietati con i deboli e con i civili, ma pronti a fuggire, presi dal panico, di fronte all’avanzata delle forze di Liberazione.
Per conoscere la verità dovrebbero andare in Israele, a Gerusalemme, e visitare sia il Museo della Shoà dello Yad Vashem, sia l’annesso Memoriale dedicato al milione e mezzo di bambini uccisi. In quei luoghi vengono contrastate l’ignoranza e l’ipocrisia e viene ribadita la verità storica anche attraverso la lettura perenne dei nomi di quei bambini.
Ma oggi non siamo qui solo per ricordare il passato. Siamo qui per proseguire la lotta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, per difendere le conquiste di libertà e di uguaglianza che dal 1948, con la promulgazione della Costituzione repubblicana, hanno portato l’Italia ad essere un Paese all’avanguardia nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini, senza distinzione alcuna.
Come italiani siamo orgogliosi del cammino che abbiamo percorso per risalire verso la civiltà dall’abisso della dittatura fascista e delle infami leggi razziste del 1938.
Quelle leggi furono il preludio di Auschwitz, ma Auschwitz non riguarda solo gli ebrei, fu ed è qualcosa che riguarda tutta l’umanità.
Gli ebrei ne furono vittime innocenti e indifese e diedero il più alto tributo di sangue e di sofferenza.
Il nostro impegno deve essere finalizzato a far sì che simili azioni non possano ripetersi nei confronti di alcuno. Un fine che affermiamo con forza il 27 gennaio di ogni anno in occasione del Giorno della Memoria, attraverso il quale intendiamo trasmettere alle future generazioni, e in particolare agli studenti, il ricordo di ciò che è stato.
Ma non dobbiamo mai cedere alla disperazione, anche nei momenti più difficili dobbiamo ricordarci di appartenere ad una generazione più fortunata delle precedenti e che viviamo da 68 anni il più lungo periodo di pace e di libertà mai conosciuto in Italia e in Europa.
Lo dico da ebreo, da italiano, da ebreo italiano, che, nella Costituzione repubblicana, ha trovato l’affermazione e la realizzazione del secolare anelito alla libertà e al rispetto dei diritti fondamentali inalienabili.
Renzo Gattegna
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(16 ottobre 2013)