Setirot – Educare è meglio che reprimere
Anch’io sono dubbioso, anzi critico, nei confronti della legge contro il negazionismo. Lo sono per le ragioni già così ben esposte in questi giorni, tra gli altri, da Alberto Cavaglion, Simon Levis Sullam e David Bidussa. Ho il sospetto che tra i politici propugnatori di pene carcerarie siano molti coloro che – consciamente o no – si danno un così gran daffare per captatio benevolentiae rispetto a tutto ciò che in questi anni non è stato fatto (non hanno fatto) in termini di pedagogia della Storia. Come dice Cavaglion, «per l’incitazione alla violenza contro gli ebrei, le donne e gli omosessuali, per l’apologia di reati ripugnanti e offensivi esistono già, nel nostro ordinamento, articoli di legge sufficienti a perseguire comportamenti criminali che si dovessero manifestare su questo o su altri terreni ad alta tensione ideologica. Non sono un segno di maturità le legislazioni emergenziali». Aggiungo io: soprattutto in questa Italia che ancora si culla beata in troppi silenzi e troppe omissioni sul proprio passato.
Stefano Jesurum, giornalista
(24 ottobre 2013)