Sotheby’s e il rapimento di Edgardo Mortara La pronipote: “Riportiamo il quadro in Italia”
Un dipinto a lungo perduto, una rappresentazione così vicina all’epoca dei fatti da costituire una testimonianza unica di quella che fu l’emozionalità ebraica in una stagione buia della storia d’Italia e dei tormentati rapporti degli ebrei con la Chiesa. “Il rapimento di Edgardo Mortara”, firmato da Moritz Oppenheim (Hanau 1800, Francoforte 1882), considerato il primo pittore ebreo dell’età moderna, è stato ritrovato di recente in Inghilterra (in precedenza erano conosciuti soltanto i suoi lavori preparatori) e verrà messo all’asta il 17 dicembre da Sotheby’s a New York, dopo alcuni giorni in esposizione.
L’opera risale al 1862, solo quattro anni dopo il momento in cui a Bologna il piccolo Edgardo, sei anni appena, era stato sottratto alla famiglia da emissari papali, con la scusa di un battesimo impartito segretamente al bambino durante una malattia dalla domestica che imponeva un’educazione cattolica. A nulla valse l’ondata di indignazione che i fatti suscitarono in un’opinione pubblica in cui si facevano strada i valori risorgimentali e la volontà di ridimensionare il potere del Vaticano, né l’intervento di importanti personalità dell’epoca, addirittura il re di Francia Napoleone III. Oppenheim che aveva trascorso un periodo in Italia come studente d’arte e aveva conosciuto in prima persona la paura delle conversioni forzate che si respirava nelle comunità ebraiche, scelse così di ritrarre il rapimento. “Un evento del passato ebraico italiano, che ha contribuito alla fine dell’età dei ghetti e all’unità d’Italia” ricorda Elèna Mortara Di Veroli, docente di Letteratura anglo-americana all’Università di Roma Tor Vergata e discendente della famiglia di Egdardo, lanciando un appello perché dopo oltre un secolo il dipinto ritrovato possa tornare a far riflettere sull’episodio.
“Sarebbe auspicabile che un’istituzione museale ebraica italiana, ad esempio il Museo ebraico di Roma, grazie al contributo di fondi istituzionali o magari di qualche privato benefattore, avesse la possibilità di partecipare all’asta, in modo che non venga persa l’eccezionale occasione di esporre permanentemente al pubblico questo importante documento storico e artistico, di possibile grande richiamo internazionale. I giorni rimasti prima della vendita sono veramente pochi”.
Rossella Tercatin