La Shoah e il patrocinio impossibile, il Comune di Magenta chiede scusa

“Raccogliendo il profondo disagio che l’iniziativa ha suscitato in molti e assumendosi la propria responsabilità per quanto accaduto, l’amministrazione formula le proprie scuse verso tutti coloro che hanno sofferto per la vicenda”.

Così in una nota l’amministrazione comunale di Magenta dopo le molte segnalazioni e le voci di protesta levatesi a seguito dal patrocinio concesso alle iniziative organizzate dalla libreria Il Segnalibro per il Giorno della Memoria tra cui, in un fitto calendario di incontri, una mostra in programma il 26 gennaio con esposizione di disegni di bambini del campo profughi di Jenin sotto il titolo di “Il sogno della libertà” e deliranti riferimenti alla Shoah “di ieri e di oggi”.

Un accostamento impossibile che, si legge nella nota, ha alimentato una confusione storica “all’interno del ricco e significativo programma di eventi culturali e di riflessione promosso in collaborazione con associazioni e mondi vitali della città”.

Ma come si è potuti arrivare a un patrocinio così inopportuno? Il vicesindaco Paolo Razzano, interpellato per i nostri lettori, ammette una certa leggerezza nella consultazione del programma e si dice “amareggiato” per le conseguenze che questo ha generato. Numerose infatti, si apprende dal vicesindaco, le segnalazioni che sono arrivate nella giornata di ieri: privati cittadini, esponenti della comunità ebraica milanese, il parlamentare Emanuele Fiano. “Abbiamo raccolto il disagio di molti, che è poi il nostro stesso disagio”, sottolinea Razzano.

Delle ultime ore la notizia che la libreria ha ritirato la mostra: una decisione accolta con favore dal Comune di Magenta nella consapevolezza che solo la corretta ricostruzione storica “può aiutare ciascuno di noi a contribuire al superamento delle tragedie, alla perpetrazione della memoria e al lavoro perché l’insegnamento della storia serva alla costruzione del futuro di pace”.

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(19 gennaio 2015)