Qui Casale – L’Italia di Enrico Finzi

IMG_0612Non sappiamo se davvero la vita è piena di trucchi, ma di certo quella di Enrico Finzi è stata popolata di personaggi, aneddoti e curiosità sopra la media. Almeno è l’impressione che ne esce dalla narrazione, quasi favolistica, con cui il presidente di Astraricerche ha presentato alla Comunità ebraica di Casale Monferrato il suo primo libro al di fuori dei saggi di sociologia che hanno contribuito a renderlo famoso. Si intitola appunto “La vita è piena di trucchi” (edito da Bompiani) e raccoglie ricordi che lui stesso ha sentito l’esigenza di scrivere, una volta diventato nonno, per dare forma al racconto dei tanti aneddoti che già circolavano nella sua famiglia. È proprio la preservazione della memoria è stato in realtà il tema conduttore del pomeriggio, moderato da chi scrive.
Certo i ricordi Finzi li rende in modo eccezionalmente divertente, ma il materiale non manca: viene da una famiglia di cultura ebraica più che di tradizione e religione: “Per Hitler sono ebreo: genitori ebrei, 4 nonni ebrei, ma non si andava al tempio nemmeno a Kippur e non mangiavamo casher. Mia nonna ci definiva con una formula illuminista ‘liberi pensatori”. Un mondo popolato da figure antifasciste: il cugino Eugenio Curiel in primis, ma anche il padre e la madre, insignita della medaglia d’oro dal governo inglese. Una famiglia legata a grandi intellettuali: “Giorgio Bassani è nostro cugino e può darsi che mia madre abbia ispirato Micol per il suo giardino dei Finzi-Contini, peraltro frutto di fantasia”. Quello che emerge però è un grande spaccato dell’Italia del dopoguerra che Finzi descrive fino agli anni più duri della lotta di classe e all’ingresso definitivo nell’età adulta (il libro termina nel 1972 con suo il primo figlio). Un’Italia guardata con un po’ di nostalgia, ma anche con gli occhi del sociologo che per la prima volta scopre come gli abitanti del suo paese siano pessimisti riguardo al futuro e forse è proprio il potenziale del ricordo a creare la tensione necessaria verso un mondo migliore.

Alberto Angelino

(24 marzo 2015)