Lucia Eliezer Del Cielo (1925-2015)
Scompare all’età di 89 anni Lucia Eliezer Del Cielo, sopravvissuta ai lager nazisti e una delle ultime testimoni della persecuzione antiebraica a Trieste. Presenza entrata nel cuore di migliaia di giovani, ha ricevuto oggi l’ultimo commosso saluto di tutta una città. Presenti la Comunità ebraica al completo, guidata dal presidente Alessandro Salonichio e dal rav Eliezer Di Martino; le istituzioni, guidate dal sindaco Roberto Cosolini; tanti comuni cittadini. Un sentimento di cordoglio che ha attraversato Trieste e tutta Italia. “Era una persona straordinaria. Buona e schietta, era impossibile non volerle bene” spiega l’assessore comunitario alla Memoria e consigliere UCEI Mauro Tabor. Tra i tanti momenti di testimonianza che sono ricordati la presenza, al fianco di Diamantina Vivante Salonichio, sopravvissuta anch’ella all’orrore dei lager, alla solenne cerimonia organizzata nella città giuliana nel 75esimo anniversario dell’emanazione delle Leggi Razziste.
“Come sottolineato oggi dal rav, Lucia ha fatto una scelta per la vita. Tornata a casa, si è presto sposata e ha messo al mondo due figli. Proprio il ritorno è stato il momento più difficile perché, ignara della sorte di gran parte dei familiari, per ore non aveva avuto il coraggio di varcare la soglia di casa. Un confine tra la vita e la morte che ha saputo raccontare con lucidità e con parole che non hanno mai lasciato indifferenti. È stata una donna unica, sono certo che il suo ricordo sarà sempre vivo, non solo in Comunità ma tra tutte le persone che l’hanno conosciuta”.
Nata il 17 dicembre 1925, da Samuele Eliezir (ambulante) e Speranza Misan (casalinga), entrambi originari di Corfù, Lucia frequenta la scuola ebraica fino alle elementari. Con le leggi razziste emanate nel ’38 dal fascismo le condizioni di vita della famiglia, non particolarmente abbiente, peggiorano. Anni durissimi, con privazioni e la sfida quotidiana di andare avanti nonostante le molto difficoltà. All’avvio delle persecuzioni, dopo l’arrivo dei tedeschi, la famiglia è costretta a sparpagliarsi tra amici e conoscenti per sfuggire alle razzie e alle frequenti delazioni. Il 2 febbraio del ’45, in seguito a una segnalazione, i fascisti arrestano due fratelli di Lucia. Quest’ultima, seguendoli in piazza Oberdan dove ha sede il comando SS, è a sua volta arrestata e trasferita al carcere del Coroneo. Dopo 20 giorni di prigionia, è caricata su un automezzo diretto a Pontebba e da lì viene portata a Ravensbruck. Seguono diciassette giorni nei vagoni, con destinazione finale il campo di Bergen Belsen. Sopravviverà fino alla liberazione dello da parte dell’esercito inglese (25 aprile). Il rientro in Italia, dopo una degenza in ospedale, avviene il 12 settembre. All’arrivo a Trieste può finalmente riabbracciare i genitori.
Sul sito della Fondazione Cdec di Milano un’intervista del 1995 a cura dello storico Marcello Pezzetti in cui la Testimone, rievocando quegli anni, indica la casa dove era rifugiata ai tempi delle retate del ’43-44.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine in alto Lucia Eliezer Del Cielo in occasione di una recente commemorazione per le vittime della Shoah con al fianco, tra gli altri, l’assessore alla Memoria della Comunità triestina e consigliere UCEI Mauro Tabor. Nell’immagine in basso è ritratta nel giorno del suo matrimonio)
(6 maggio 2015)