Alfano: giro di vite sulle espulsioni

rassegnaFrancia, Tunisia, Kuwait: la nuova offensiva del terrorismo islamico occupa oggi le prime pagine dei giornali italiani e internazionali, riproponendo con forza il tema della sicurezza. “Stiamo ulteriormente intensificando le misure di prevenzione, coordinando gli interventi in maniera coerente e organica” afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Al primo posto, scrive il Corriere, un giro di vite sulle espulsioni. “Dobbiamo allontanare dal nostro territorio tutti coloro che rappresentano un potenziale pericolo. Già nelle prossime ore – dice il ministro – firmerò nuovi decreti per consegnare alle autorità degli Stati d’origine persone che hanno mostrato di non rispettare le regole pur non avendo compiuto veri e propri reati”. Un discorso che si allarga agli imam e a quei predicatori d’odio che mirano a fare nuovi proseliti. “Basti pensare che dal 2001, dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, siamo stati costretti a mandarne via oltre venti”, sottolinea Alfano.
Il leader dell’Ucoii Izzedin Elzir, intervistato dal Fatto Quotidiano, offre la sua personale interpretazione: “Su un milione e 700mila musulmani sparsi per l’Italia solo 80 sono andati a combattere in Siria e Iraq. Di questi nemmeno uno appartiene alla seconda generazione e alcuni erano addirittura italiani convertiti”.

“Cosa ha da imparare l’Europa da Israele in termini di sicurezza?” chiede Libero all’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon. Risponde il diplomatico: “In Israele viviamo in una situazione molto diversa dalla vostra, ma credo che la prima cosa che l’Europa deve fare è capire che il terrorismo rappresenta una minaccia per la sua stessa esistenza, invece di vivere in modo politicamente corretto e dire sempre ‘non possiamo fare questo, non possiamo fare quello’. Dovete trovare una vostra strada per combattere il terrorismo, così come Israele ha trovato la propria”.
“La domanda non è se succederà ancora, ma quando” spiega intanto da Parigi il premier Manuel Valls (La Stampa).

Domani a Bologna, nell’ambito del festival “Il cinema ritrovato”, sarà presentato il filmato integrale della visita di Mussolini a Trieste del 18 settembre ’38 durante la quale affermò pubblicamente, per la prima volta, l’intenzione di varare le Leggi Razziste. Il filmato, ricorda La Stampa, è stato riportato alla luce dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (Ancr).

Ampio articolo di Repubblica Milano sul tema dell’accoglienza ai profughi in cui si loda l’iniziativa del Memoriale della Shoah di aprire le proprie porte alla solidarietà.
“Sono state sistemate delle brande, e Roberto Jarach, vicepresidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, trasportava tinozze e detersivi perché le donne potessero fare il bucato. Il dramma di questa gente sradicata – si legge – fa risuonare negli ebrei italiani antichi ricordi personali e familiari di deportazione, e non li lascia indifferenti”.
Ad essere riportata anche la testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah intervenuta alcuni giorni fa alla “lezione morale contro l’indifferenza” tenutasi al Memoriale.

“Roma è sede del Vaticano. Ha una forte e radicata comunità ebraica. Ha una comunità islamica ben integrata attorno alla sua moschea, che tra l’altro è nella zona degli impianti dell’Acqua Acetosa, nati per le Olimpiadi del 1960”. Lo afferma il presidente del Coni Giovanni Malagò, in una intervista al Corriere in cui si viene chiesto al numero uno dello sport italiano di elencare alcuni punti di forza a sostegno della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.

Sulla rubrica Alefbet, appuntamento bisettimanale della Lettura del Corriere, una recensione del volume “Cultura ed etica ebraica” (ed. Bonanno) che Amos Luzzatto ha dedicato alla figura del nonno, il rabbino, intellettuale e giornalista Dante Lattes. Realizzata su impulso dell’associazione di cultura ebraica Hans Jonas, l’opera ricostruisce il contributo di “una figura fondamentale dell’ebraismo italiano”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(28 giugno 2015)