Accordo storico.
Ma per chi?
A due giorni dall’accordo sul nucleare in Iran, stipulato a Vienna dai Paesi del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna più la Germania), proseguono analisi e commenti sulle testate nazionali. Sul Corriere della Sera, lo storico Benny Morris spiega le preoccupazioni di Israele, il cui premier, Benjamin Netanyahu, ha criticato a più riprese l’apertura dell’Occidente verso l’Iran: “Su una cosa tutti – americani, iraniani, israeliani ed europei – sembrano essere d’accordo: l’intesa sul nucleare iraniano siglata l’altro ieri è ‘storica’. Ma il vero significato di questa definizione resta un’incognita, e probabilmente lo sarà ancora per un decennio o due”. Infatti, continua Morris: “Solo a quella scadenza sapremo se la corsa dell’Iran all’arma nucleare è stata fermata, come oggi sostiene il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, o se gli abili negoziatori iraniani si sono fatti beffe delle anime candide di Washington, Londra e Parigi”. Sulla Stampa Maurizio Molinari intervista gli israeliani che incontra al mercato centrale di Gerusalemme per chiedere la loro opinione, tra cui un’anziana signora che risponde secca: “Cosa è tutto questo chiasso per Vienna? Siamo sempre stati soli e lo saremo anche ora”.
Obama: “Sarebbe stata la guerra”. Repubblica riporta la lunga intervista del presidente Usa Barack Obama, pubblicata dal New York Times, nella quale ha dichiarato: “Senza l’accordo sul nucleare avremmo rischiato una guerra”. E riguardo le preoccupazioni di Israele Obama ha aggiunto: “Sarebbe bello se l’Iran si trasformasse improvvisamente in una liberal-democrazia che abbraccia buone relazioni con Israele e Stati Uniti. Non è così, e questa è la nostra migliore opzione per accertarci che nei prossimi 10 anni e anche oltre, avremo un sistema di ispezioni che ci assicuri che non stanno realizzando armi nucleari”. Congratulazioni per l’accordo di Vienna arrivano intanto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha reso lode ai diplomatici per la perseveranza e la lungimiranza e ha spiegato come l’accordo segni “un’inversione di tendenza” (Corriere della Sera).
Condannato il contabile di Auschwitz. Dopo settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il tribunale di Luneburg ha condannato il novantaquattrenne Oskar Groning, conosciuto come il contabile di Auschwitz, a quattro anni di carcere per concorso nell’omicidio di trecentomila persone. Durante il regime nazista, il suo compito era quello di smistare i soldi e i beni dei prigionieri che arrivavano al campo di sterminio. Data l’età, Groning però potrebbe non scontare davvero la condanna in carcere (La Stampa).
Dureghello-Marino, primo incontro. Il neo presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha incontrato il sindaco Ignazio Marino. “Ci siamo confrontati con i grandi temi della capitale e sul ruolo della Comunità all’interno della città. Abbiamo condiviso dei temi che abbiamo a cuore, soprattutto l’importanza per l’Italia di avere presto un Museo della Shoah, nei tempi più brevi possibili” ha spiegato Dureghello al Tempo.
Roma, possibile ritorno dei camion-bar. Dopo la decisione del Comune di Roma, che ha fatto spostare ambulanti, urtisti e camion-bar lontano dal Colosseo, i giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittimi due articoli della norma Franceschini sul decoro. Una novità, spiega il Corriere Roma, che potrebbe portare ad un ritorno dei camion-bar. Il Corriere non fa riferimenti però sulla sorte degli urtisti, storico mestiere di alcuni membri della Comunità ebraica romana.
Milano, la tutela degli enti ebraici. Gli esponenti della Comunità ebraica di Milano hanno incontrato una rappresentanza dell’esercito impegnato nell’operazione ‘Strade sicure’. Durante l’occasione il co-presidente Raffaele Besso ha ringraziato per il servizio di sicurezza che i militari svolgono ogni giorno fuori dagli enti ebraici e ha aggiunto: “In questo delicato momento, l’esercito sta contribuendo in modo determinante alla sicurezza del Paese e di Milano, al centro del mondo per l’Expo” (Il Giorno Milano).
Milano, la svastica della vergogna. Una nuova svastica è comparsa in città deturpando il murale “Niguarda Antifascista” dedicato alla staffetta partigiana ‘Lia’. A condannare il gesto il presidente dell’Anpi milanese Roberto Cenati: “Questa è una grandissima provocazione che offende Milano”. (Repubblica Milano)
Petrowskaja dentro la Storia. Sul Manifesto l’intervista all’autrice di “Forse Esther” (ed. Adelphi) Katja Petrowskaja, reduce del premio Strega europeo. “Mi sento senza radici – ha spiegato – e attraverso questo libro ho cercato di conoscere la mia parte ebraica che era andata perduta nel corso del tempo”.
Il buio cala su Atticus. Su Repubblica Gabriele Romagnoli scrive del seguito del “Buio oltre la siepe”, nuovo caso letterario che verrà pubblicato in Italia a novembre e che fornirà nuove rivelazioni sulla figura dell’avvocato antirazzista Atticus Finch.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(16 luglio 2015)