Un premio nel nome di Edgardo
Scrivere per la giustizia

copertinaUn libro che “fornisce un racconto affascinante del legame tra lo scrittore Victor Séjour, il caso del rapimento del bambino ebreo Edgardo Mortara e l’autrice”. Con queste parole la European Association for American Studies (EAAS) motiva la sua decisione di conferire il prestigioso American Studies Network Book Prize 2016 a Elèna Mortara per il suo Writing for justice (Dartmouth College Press, 2015). Un lavoro che permette agli studi americani, spiega la giuria, di fare molti passi avanti e in diverse direzioni. Nel libro la figura dello scrittore in lingua francese e polemista Victor Séjour (1817-1874), nato a New Orleans ma diventato celebre nella Parigi di metà Ottocento si intreccia con il dramma del rapimento di Edgardo – a cui Séjour dedicherà la propria attenzione artistica e civile – e con il legame famigliare di Elèna Mortara (nell’immagine) con il piccolo, rapito nel mortara1858 dalle guardie pontificie. “L’originalità dello studio è caratterizzato dall’uso dell’autrice di una serie di metodologie e il collegamento con diverse discipline accademiche. – si legge nella motivazione – C’è una dettagliata analisi storica del periodo che Mortara chiama ‘L’era delle Emancipazionei’ e in cui si trova un forte legame transatlantico”. La studiosa, continuano i giurati, fornisce anche un racconto biografico della vita di Séjour insieme ad una approfondita analisi letteraria dei suoi scritti. “L’aspetto personale del lavoro aggiunge poi una lente supplementare che illustra come il passato possa essere illuminato da una prospettiva contemporanea”.
Studiosa di letteratura angloamericana e docente all’Università di Tor Vergata, Mortara aveva annunciato a Pagine Ebraiche, nella grande intervista del mese rilasciata a Daniela Gross nell’estate 2014, il progetto editoriale di Writing for justice, che ha poi visto la luce a circa due anni di distanza venendo pubblicato lo scorso inverno. “Il libro si apprezza – scriverà lo storico Alberto Cavaglion nella sua recensione per Pagine Ebraiche (gennaio 2016) – come un caso-studio, analizzato nelle sue diverse forme, anche figurative, e tanto più si ammira quanto più si riflette sul suo assunto di fondo: l’apologia della multiculturalità, la natura contagiosa del libero pensiero che agevolmente nell’Ottocento induceva gli scrittori a farsi paladini di tutte le forme di liberazione”. Personaggio chiave nel grande lavoro di Mortara, è il citato Séjour, “mulatto americano di cultura francese e scrittore di successo” scrive Anna Foa (Pagine Ebraiche Gennaio 2016) in cui l’autrice coglie “colui che ha saputo esprimere nelle sue opere l’anelito alla libertà degli ebrei e dei neri insieme, e fors’anche un poco delle donne”.

(4 maggio 2016)