Antisemitismo in Italia, i numeri
“Fronte ampio contro l’odio”

Noemi Di Segni Alessandra Santerini - Cameria dei deputati 7-16“Fatti recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei deputati grazie all’iniziativa della parlamentare Milena Santerini.
Concetti e riflessioni sviluppati ieri anche davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire.
“Fermo restando l’apprezzamento per le recenti novità legislative, significative e incisive da molti punti di vista, è importante sottolineare come ci si trovi all’inizio di un cammino. Un cammino da fare necessariamente insieme in un contesto europeo sempre più a rischio di frammentazioni e dispersioni di quei valori universali per cui gli ebrei tanto hanno combattuto. È fondamentale evidenziare parole e caratteristiche positive – ha spiegato Di Segni – e a questi associare valori, anziché pregiudizi”.
A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio.
“Non esiterei a parlare di vera e propria emergenza verbale. Perché mentre una volta trattare apertamente certi temi era considerato un tabù, oggi il linguaggio ha superato ogni sorta di accettazione umana” ha commentato la ricercatrice del Cdec Betti Guetta. Il barbaro omicidio di Fermo, ha aggiunto Guetta, “è figlio di questo clima”.
La sfida è quindi quella di procedere a un sempre più serrato scambio di opinioni e informazioni tra gruppi diversi per dar vita a progetti e iniziative comuni. Significativo in tal senso, ha sottolineato la ricercatrice, il contributo offerto dalla mappa sulle intolleranze presentata negli stessi minuti da Marilisa D’Amico, presidente di Vox-Osservatorio sui diritti.
Un’analisi di ampio respiro che permetta di approfondire le diverse sfumature del problema. A richiederla, sulla stessa lunghezza d’onda degli altri partecipanti all’iniziativa, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “I dati che vengono oggi portati all’attenzione dell’opinione pubblica ci preoccupano, ma purtroppo non ci sorprendono. Anche perché – le sue parole – l’antisemitismo ha radici storiche profondissime”.
Fermo inoltre il richiamo della presidente Dureghello a un’azione sempre più ferma e incisiva delle istituzioni e delle diverse realtà incaricate di vigilare e agire contro l’odio.
“La lotta all’odio è un presidio fondamentale per la società italiana ed europea. Un concetto quanto mai attuale nel contrasto all’antisemitismo, che da sempre si articola in molte voci che variano a seconda delle zone e dei momenti storici. Le istituzioni devono recitare un ruolo essenziale” ha affermato l’onorevole Santerini. La stessa ha inoltre parlato con apprezzamento della recente approvazione della legge sul negazionismo da parte del Parlamento.
Perché, come ha spiegato il parlamentare Pd Emanuele Fiano, l’antisemitismo è “il primo campanello d’allarme per valutare la minaccia di un pregiudizio che diventa poi sempre più diffuso”. Anche in questa prospettiva va inquadrata, secondo Fiano, la legge sull’apologia del fascismo che è oggi al centro di un approfondimento in sede di commissione.
Nel 2015, novanta gli episodi di antisemitismo registrati dal Cdec, di cui 35 sul web e 4 attraverso i media. Quindici i casi diffamazione e insulti, otto quelli di minacce, aggressioni e violenze, 19 di graffiti e scritte sui muri, sei gli atti vandalici.
“L’antisemitismo su internet è in aumento, come si nota nell’aperta espressione di antisemitismo nei forum online, e i siti e i blog antisemiti di varia natura proliferano. Le tesi negazioniste si legano alle teorie del complotto, ed alla propaganda antisionista. Non siamo di fronte a nuove forme di antisemitismo, a nuove teorie o a nuovi stereotipi contro gli ebrei, bensì al fatto che il web permette, per la sua natura, di accelerare e globalizzare la diffusione di tesi e discorsi antisemiti. E questo fenomeno – si legge nella relazione – va monitorato costantemente”.

(13 luglio 2016)