… religioni

Ieri mattina sono andata alla messa di Santa Maria in Trastevere, a Roma. C’erano tre imam che hanno detto parole senza equivoci contro il terrorismo, e nell’omelia non è stato ricordato solo padre Jacques ma è stato letto un brano di uno dei monaci trappisti assassinati in Algeria nel 1996, Christian de Chergé. Quindicimila musulmani sono andati ieri nelle chiese italiane a partecipare alla messa, per abbattere gli odi e lottare contro il terrorismo. L’iniziativa, partita dalla Francia, ha attecchito anche in Italia e, lo leggo in quello che scriveva ieri su Moked David Bidussa, darà forse vita ad una ricorrenza annuale in memoria di padre Jacques con i luoghi di culto di tutte le religioni aperti ai fedeli delle altre religioni. È vero, sarà solo una formalità se non diventerà un’occasione di conoscenza, ma se invece lo diventerà sarà un grande passo in avanti che dobbiamo a quel vecchio prete assassinato mentre celebrava la messa. E allora ve lo dico il mio sogno. Di vedere chiese moschee e sinagoghe aperte a tutti, frequentate da tutti, credenti e non credenti. E le religioni, tutte, aprirsi all’amore e al rispetto, alla conoscenza dell’altro. E chi crede in Dio, e chi non vi crede, in qualsiasi modo vi creda, farne un gradino verso un mondo senza sangue e senza fanatismi. E sognarlo adesso, nel momento in cui il terrorismo compie i suoi misfatti più atroci, può forse aiutarci, tutti, a combattere il male. Questo pensavo ieri a Santa Maria in Trastevere, io ebrea, pensando a quel prete che non si era inginocchiato davanti ai suoi assassini.

Anna Foa, storica

(1 agosto 2016)