Unesco, la presidente UCEI:
“L’Italia dia voce alla verità”

rassegnaIl testo integrale dell’appello che la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha inviato alle più alte carico dello Stato dopo il vergognoso voto dell’Unesco che nega l’ebraicità di alcuni luoghi di Gerusalemme appare stamane sul quotidiano La Stampa.
“Una decisione scioccante, grave e aberrante, che non ha precedenti nella storia di questa organizzazione. Un voto che, di fatto, finisce non solo per negare millenni di storia ebraica nella capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele, ma anche per riscrivere l’intera vicenda del Cristianesimo, strettamente legata a quei luoghi, a quelle pietre, a quella eredità” scrive Di Segni rivolgendosi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; ai Presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini; al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi; alla Rappresentanza permanente italiana presso l’Unesco, Vincenza Lomonaco. “Al momento del voto – prosegue Di Segni – l’Italia ha scelto incomprensibilmente di astenersi, gettando un’ombra, con questa decisione, sulla sua solida amicizia con lo Stato di Israele e con l’intero popolo ebraico. A nostro modo di intendere questa scelta rappresenta un’offesa ai valori fondamentali dell’Italia stessa, ai principi della Costituzione e dell’Europa stessa, chiamata a difendere con forza ogni tentativo di distorsione, di negazionismo e revisionismo della storia. Il Muro occidentale di Gerusalemme è stato inaccessibile agli ebrei fino alla liberazione della città dall’occupazione giordana nel 1967. Solo da quella data, da quando l’Amministrazione israeliana ha riunito la città, Gerusalemme è davvero città aperta a tutte le religioni e il Kotel luogo di raccolta e di preghiera universale”.
“Nei prossimi giorni – aggiunge Di Segni – questa risoluzione sarà sottoposta a un voto definitivo. Chiediamo pertanto alle più alte istituzioni dello Stato italiano di adoperarsi anche con gli altri Paesi affinché sia data voce alla verità, alla libertà, esprimendosi nel senso più risoluto a difesa dei valori che oggi uniscono i popoli, e recuperare quel tanto che resta della credibilità delle Nazioni Unite, anche in vista del nuovo corso che va aprendosi”.

Molte le iniziative legate all’anniversario del 16 ottobre ’43, giorno della razzia nazista al Portico d’Ottavia. Una ricorrenza che vedrà oggi la partecipazione del capo dello Stato Sergio Mattarella, che nel pomeriggio deporrà una corona davanti alla lapide commemorative, incontrerà gli ultimi sopravvissuti, visiterà la mostra allestita presso la sede della Fondazione Museo della Shoah. A quest’ultima è dedicato un ampio approfondimento su Repubblica. “Carte di archivio, memorie o testimonianze come quelle riportate in queste pagine. E poi fotografie, lettere, pagine di diari. Per comprendere ciò che è accaduto – si legge – continuare a raccontare storie e far sì che quella giornata lontana non venga rimossa né dimenticata”.
Sul Corriere Roma, Paolo Conti firma un editoriale in cui auspica che questa data venga solennemente proclamata lutto cittadino dal Campidoglio. “Si dice spesso – scrive – che gli ebrei romani sono certamente i più sicuri discendenti di chi viveva nella capitale dell’impero romano. Eppure nessuna maggioranza capitolina ha voluto votare un ordine del giorno così semplice ma che rappresenterebbe, se sottratto alla ritualità, un solido cemento per la Memoria collettiva cittadina. Cosa farà la giunta Raggi? Vedremo”.

Isis e ‘ndrangheta: sarebbe in corso una collaborazione fertile. “Arte antica in cambio di armi. Affari d’oro in Italia” titola La Stampa. Nel suo reportage, Domenico Quirico racconta come Gioia Tauro, in Calabria, che sarebbe la base di smistamento dei reperti saccheggiati dai terroristi islamici. “Isis e ‘ndrangheta, ‘ndrangheta e Isis: a ogni passo la loro traccia visibile, la loro incredibile alleanza” scrive Quirico.

Sul Corriere La Lettura un’intervista al coreografo israeliano Hillel Kogan, presto a Ferrara con “We love arabs”. Uno spettacolo, viene spiegato, “dove ironizza in scena sulle differenze e le inevitabili somiglianze fra i due popoli”.
Sempre il Corriere, recensisce una raccolta di saggi relativi al pensatore Jacques Maritain (1882-1973) sul tema dell’antisemitismo e del ‘mistero di Israele’.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(16 ottobre 2016)