Giulia Spizzichino (1926-2016)
È scomparsa nella notte Giulia Spizzichino, autrice de la “Farfalla impazzita” (ed. Giuntina), la cui testimonianza fu fondamentale per far estradare il criminale nazista Erich Priebke in Italia. Ad Auschwitz e alle Fosse Ardeatine Giulia perse ben 26 parenti. Per ricordarne e difenderne la memoria, non esitò ad andare persino in Argentina.
Nata e cresciuta a Roma, Giulia sfugge alla deportazione del 16 ottobre grazie al padre Cesare, che intuisce subito i segnali di pericolo con l’arrivo dei tedeschi in città e la richiesta dell’oro alla Comunità ebraica. Il 21 marzo del ’44 sfugge miracolosamente all’arresto, mentre nell’abitazione di fronte vengono catturati i nonni e numerosi altri familiari. Sette di loro finiranno tre giorni dopo alle Fosse Ardeatine, altri 19 invece saranno mandati ad Auschwitz.
Ha scritto Spizzichino: “Oggi ho un compito che non mi aspettavo, quello di testimoniare. Devo raccontare ciò che è stato, non può cadere tutto nell’oblio”.
Si uniscono al cordoglio della famiglia e della Comunità ebraica romana il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la sua redazione giornalistica.
Il 20 dicembre, a ottanta anni dallo storico concerto diretto da Arturo Toscanini, Riccardo Muti sarà a Tel Aviv per eseguire lo stesso programma di quella giornata del 1936 che sancì l’esordio dell’allora Orchestra di Palestina, oggi Filarmonica di Israele. Una giornata memorabile di musica, impegno e testimonianza antifascista da parte di Toscanini, che con grande coraggio si spese per quella causa e cui Muti rende oggi omaggio quest’oggi sulle pagine del Corriere.
“Oggi – scrive il Maestro Muti – la Filarmonica di Israele è una delle grandi anime culturali di quel Paese e dopo ottant’anni di Musica nel mondo celebra la sua Storia, la sua Vita, la sua Luce. Toscanini diede il primo respiro a quei suoni che ancora oggi ci avvolgono e ci portano messaggi di Bellezza assoluta, in un mondo che desideriamo di Pace e di Fratellanza fra tutti i popoli”.
Su la Stampa, Anna e Bettina Foa ricordano le gravi responsabilità e i crimini compiuti sotto il fascismo da Dino Segre, noto anche come “Pitigrilli”. Un intervento, quello delle figlie di Vittorio Foa, che arriva pochi giorni dopo l’intenzione espressa dal figlio di riacquisire il cognome paterno. “Dino Segre – spiegano le sorelle Foa – era uno scrittore molto noto, amato dal vasto pubblico. Oggi le sue opere non sarebbero giudicate pornografiche, solo un po’ spinte e dissacranti. Ma di tutte le sue opere la più pornografica è senz’altro quella costituita dalle sue lettere all’Ovra, lettere naturalmente anonime, che negli Anni Trenta denunciano alla polizia politica l’attività antifascista del gruppo estero di Giustizia e Libertà, guidata a Parigi da Carlo Rosselli, e del gruppo torinese dell’organizzazione”.
Per la prima volta nella storia, un candidato islamico correrà per l’Eliseo. Si chiama Kamel Messaoudi, ha 57 anni, ed è un medico di Mayotte, dipartimento francese d’oltremare che conta due isole nel canale di Mozambico. A presentarlo è l’Union des Democrates Musulmans Francais. “Nel celebre romanzo scandalo di Houellebecq, Sottomissione – scrive La Stampa – il primo presidente islamico saliva all’Eliseo perché il fronte repubblicano si coalizzava contro Marine Le Pen. Oggi la leader del FN appare meno forte, rispetto a poche settimane fa, considerando l’entrata in scena di Fillon: un moderato di centro che al secondo turno può catalizzare anche i voti di sinistra”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 dicembre 2016)