“Gerusalemme come Berlino,
non c’è nessuna differenza”

rassegnaMolti giornali aprono oggi con l’attentato terroristico palestinese di Gerusalemme, dedicando alla notizia cronache, analisi e approfondimenti. “Camion fa strage di soldatesse” titola il Corriere, che dà voce tra gli altri allo scrittore Aharon Appelfeld. “Occorre comprendere – le sue parole – che questo terrorismo che insanguina Israele è lo stesso che colpisce le vostre città europee. Gli estremisti islamici fanno la guerra al mondo occidentale e a Israele, che ne rappresenta l’avamposto in Medio Oriente. Non c’è differenza tra le stragi di Berlino, Parigi, Bruxelles o Gerusalemme”.
“Hamas sfrutta lo Stato Islamico per rilanciarsi come unico nemico” titola invece La Stampa, che analizza la competizione interna al mondo islamico palestinese tra l’Isis e i terroristi al governo della Striscia di Gaza. Una competizione che punta, come noto, all’annientamento dello Stato di Israele.
Sgradevole e inopportuna un’analisi sulla strategia comunicativa del governo israeliano pubblicata da Repubblica, che titola: “Bibi accusa l’Isis per silenziare le critiche sui coloni”.

“Io ho la facoltà di decidere cosa fare in un luogo che non è di mia proprietà né lo è della Repubblica di Polonia e neanche dell’Europa. Ma sono consapevole di quanto ogni decisione debba essere frutto di una riflessione e di quanto debba tener conto degli i aspetti etici e non solo estetici. Mi chiedo ogni giorno, che indirizzo sto dando alla memoria?”Lo afferma Piotr Cywinski, direttore del Museo di Auschwitz, in un’ampia intervista con Repubblica. Nel colloquio con Wlodek Goldkorn, Cywinski ricorda tra le altre la figura dell’ex sonderkommando Shlomo Venezia.

È scomparso all’età di 82 anni l’ex presidente della Repubblica islamica d’Iran Akbar Hashemi Rafsanjani. “Un colpo per i moderati” scrive il Corriere, che ricorda comunque le ombre attorno alla sua figura. In particolare con riferimento al probabile coinvolgimento nell’attentato al centro ebraico di Buenos Aires del 1994.

“Sono appassionato di storia e le nostre rievocazioni in divisa non sono solo folklore. Hanno anche un aspetto pedagogico: aiutano i giovani a fare in modo che certe pagine della storia non si ripetano più”. Queste le surreali scuse di Giorgio Piacentini, 55 anni, comandante della polizia locale di Biassono diventato famoso in tutta Italia per aver postato su Facebook una sua foto in cui indossa la divisa di ufficiale delle SS (Corriere Milano).

Sul dorso milanese del Corriere si dà infine conto delle prese di posizione di forte condanna del parlamentare Emanuele Fiano e dell’ex vicepresidente della Comunità ebraica Daniele Nahum relativamente alle parole ambigue su antisemitismo e antisionismo pronunciate dalla Consigliera comunale Sumaya Abdel Qader.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(9 gennaio 2017)