Milano, la Memoria sfregiata Imbrattata Pietra d’inciampo
“Ero ancora così commossa per la Pietra messa in ricordo di mio padre, che quando sono scesa in strada, sabato mattina, e l’ho vista coperta di vernice nera, mi sono sentita male. Che oltraggio, che vergogna. Non abbiamo nemmeno una tomba per piangerlo, ci negano anche la possibilità di ricordare chi non si può più difendere”. A parlare, Ornella Coen, figlia di Dante, assassinato dai nazisti a Buchenwald il 4 aprile del 1945. In sua memoria, in via Plinio 20, è stata posizionata una delle prime sei Pietre d’inciampo apposte a Milano lo scorso 19 gennaio. Ma il sanpietrino, come racconta Repubblica Milano, è stato imbrattato di nero dalla stupidità di qualcuno. “Abito vicino alla casa di via Plinio 20, dove venne arrestato mio padre – ha raccontato la figlia Ornella Coen -. Sono scesa con mia figlia Laura, abbiamo comprato l’acquaragia, ci siamo inginocchiate sull’asfalto e l’abbiamo ripulita Rimane l’amarezza per l’umanità che ci circonda, dove serpeggiano ancora l’antisemitismo e il negazionismo”. “La memoria viene prima di tutto e Milano non si piegherà mai di fronte a chi vuole cancellare le nostre radici”, ha commentato a caldo il sindaco Giuseppe Sala mentre dalla Comunità ebraica milanese arriva la promessa: “Metteremo ancora più Pietre, perché la memoria va difesa e tenuta alta”. Di gesto gravissimo parla Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi Milano.
Il Giorno della Memoria, iniziative in tutta Italia. Tanti gli appuntamenti in tutta Italia dedicati al Giorno della Memoria, istituito, come ricordano Corriere della Sera e Fatto Quotidiano grazie all’impegno del senatore Furio Colombo. A Roma il 26 si terrà il Concerto della Memoria “Serata colorata”, dedicato alle musiche del campo di Ferramonti. Dalla Capitale arriva invece a Milano, al Memoriale della Shoah – Binario 21, la mostra “16 ottobre 1943. La razzia”, realizzata con la Fondazione museo della Shoah di Roma e curata da Marcello Pezzetti. Inaugurata ieri, la rassegna rimarrà aperta fino al prossimo 13 aprile, scrive Repubblica Milano, ricordando tra gli altri l’appuntamento oggi alle 9.30 al teatro Elfo Puccini con l’incontro “Dal passato al presente: i Giusti in mezzo a noi”, organizzato dall’Associazione per il Giardino dei Giusti, con il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé, il vicepresidente del Memoriale della Shoah Roberto Jarach, e Gabriele Nissim, presidente di Gariwo. Il quotidiano parla inoltre della mostra a Malpensa dedicata alla Memoria, presentata da Davide Romano, assessore alla Cultura della comunità ebraica milanese. La Nazione racconta la partenza di oltre 500 ragazzi da Firenze con il treno della Memoria mentre al liceo Alfieri di Torino, scrive La Stampa nelle pagine locali, uno spettacolo ricorda gli studenti vittime delle leggi razziste del 1938. Su Repubblica Bari, la testimonianza di Shuni Lifshitz: “I miei genitori ebrei in fuga dalla Polonia trovarono rifugio in Salento: io sono nata qui”. A livello internazionale poi, a Bruxelles da oggi al 27 gennaio una mostra tutta italiana ricorderà il Giorno della Memoria nei locali del Parlamento europeo. “Venti opere, tra dipinti e sculture, realizzate da sette artisti italiani e selezionate dal curatore torinese Ermanno Tedeschi” (La Stampa). Sul Fatto Quotidiano poi un’ampia riflessione a firma di Vittorio Pavoncello sul significato del Giorno della Memoria.
Trump a colloquio con Netanyahu. A poche ore dall’insediamento alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo scambio di opinioni “è stato molto buono”, ha affermato Trump, invitando Netanyahu alla Casa Bianca in febbraio. La data sarà fissata nei prossimi giorni (Osservatore Romano).
Grillo appoggia Trump, malumori nei Cinque Stelle. Il Corriere della Sera parla di un malessere interno al Movimento Cinque Stelle per le parole del leader Grillo che in un’intervista a una rivista francese ha dato il suo appoggio a Trump e Putin. “Non siamo né trumpiani né salviniani”, afferma Roberto Fico, parlamentare Cinque Stelle, al Corriere. Prima di Fico, scrive il quotidiano, aveva parlato, anzi scritto, Paola Nugnes. Che in mattinata su Facebook aveva espresso tutto il suo sconcerto: “Mi sono svegliata nazionalista e leghista. Ma quando ne abbiamo discusso?”. Post durato pochi minuti, con spiegazione della cancellazione: “Mi è stato detto che ci sarà un chiarimento e aspetto. Ho cancellato perché qui la discussione poteva diventare uno strumentale punto di polemica. Ne riparleremo”.
L’uomo forte e gli italiani. Inquietante il dato riportato da Ilvo Diamanti su Repubblica: secondo i sondaggi Demos 8 italiani su 10 vorrebbero avere “un uomo forte al comando”. L’affermazione: “C’è troppa confusione, ci vorrebbe un Uomo Forte a guidare il Paese”, infatti, nel 2004 era vicina – ma ancora sotto – alla maggioranza degli elettori, spiega il giornalista. “Nel 2006, però, era condivisa dal 55% degli elettori e nel 2010 quasi dal 60%. Ma oggi ( meglio, pochi mesi fa, nel novembre 2016) l’attrazione verso l’Uomo Forte sfiora 1’80%. Pare divenuta, dunque, un’idea dominante. Sulla quale conviene interrogarsi seriamente. Riflette, certamente, il declino dei partiti e delle organizzazioni di rappresentanza sociale e degli interessi. Ma anche il processo di “personalizzazione”, che si è imposto in ogni ambito della vita pubblica. Non solo in politica”.
Belgio e le indagini male indirizzate. Secondo quanto riporta il Foglio, lo scorso weekend, la parlamentare Tzipi Livni “ha dovuto annullare un viaggio a Bruxelles a causa di una minaccia di arresto delle autorità del Belgio”. Il quotidiano belga Le Soir riferisce che i pubblici ministeri erano già pronti a convocare Livni in procura per accusarla di crimini commessi durante la guerra israeliana a Gaza dei 2009, quando era ministro degli Esteri. “Il vile Belgio, debole coi terroristi, vuole arrestare l’israeliana Tzipi Livni”, titola il Foglio
Daniel Reichel
(24 gennaio 2017)