Insediamenti, nuova tensione
tra Onu e Israele
Durissima presa di posizione dell’Onu contro la decisione del Parlamento israeliano sugli insediamenti. “La legge sulla regolarizzazione degli insediamenti su terreni privati palestinesi ha superato una grossa linea rossa verso l’annessione dei Territori Occupati” dichiara l’inviato dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente Nicolay Mladenov. Scrive al riguardo La Stampa: “La legge, voluta dall’ala destra del governo guidato da Netanyahu, va in senso contrario alla Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza, approvata lo scorso 23 dicembre, quella che chiedeva lo stop agli insediamenti nei Territori. Per questo le parole al Palazzo di Vetro sono pesanti”.
Alla realtà degli insediamenti è dedicato un approfondimento di Repubblica, che già dal titolo rivela un chiaro orientamento: “Nelle colonie fuorilegge dove Israele sfida il mondo”. Scrive l’inviato di Repubblica: “Qui, dove il ‘Movimento per la pace’ sembra spento, il colpo di mano della Knesset ha il sapore di un primo passo verso l’annessione dei Territori. Proprio come dopo la guerra dei Sei Giorni”.
“Ad affrettare l’approvazione della legge – si legge ancora – non è stata soltanto la speranza di poter contare su Donald Trump, in più occasioni dichiaratosi in favore di Israele, al punto da dare l’annuncio (poi ritrattato o ritardato) di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv e Gerusalemme, che potrebbe provocare una sollevazione degli arabi, già in aperta tenzone con Trump. Ad accelerare i tempi parlamentari è stata anche la decisione di sfrattare quaranta famiglie di coloni e di demolire le loro case ad Amona, perché da dieci anni giudicate illegali. Per evitare la distruzione di quell’insediamento è stata votata la legge retroattiva di gran fretta”.
In un editoriale sul Giornale, Fiamma Nirenstein parla di ‘indignazione a senso unico’. “Può capitare – scrive Nirenstein – che nessuno da Bruxelles dica una parola all’Iran che spiega che può colpire Tel Aviv in 7 minuti. E invece tutti trovano il fiato per condannare una legge votata alla Knesset che consente di conservare certi ‘outpost’, ovvero parti periferiche di insediamenti, costruite su terreni di proprietà palestinese? Tutta Europa si è alzata in piedi abbaiando, e sembra però che nessuno abbia letto la legge”. Una legge che, sottolinea Nirenstein, prevede compensazioni per gli ex proprietari palestinesi “del 125 per cento del valore o a scelta della sostituzione con altra terra”.
Svolta in Marocco, dove il Consiglio religioso degli Ulema ha riscritto le norme sull’apostasia: non rischia più la pena di morte chi vuole abbandonare l’Islam.
“Il documento degli Ulema marocchini – scrive il Messaggero – supera uno dei nodi cruciali dell’Islam, in linea con un paese che rispetta da sempre il pluralismo religioso e che, per volere del sovrano, il re Mohammed VI, ha deciso di muovere guerra all’estremismo”.
Per la sindaca di Roma Virginia Raggi “sette mesi di figuracce”. Lo scrive il Tempo, ricordando diversi passi falsi della prima cittadina. Tra cui l’aver inviato alla persona sbagliata e con due giorni di ritardo le proprie condoglianze ai familiari del Testimone della Shoah Settimio Piattelli, mancato negli scorsi mesi. O ancora il fatto di non essersi presentata ai funerali di un’altra Testimone, Enrica Zarfati.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 febbraio 2017)