Il Presidente del Consiglio:
“Nessun censimento etnico”

rassegnaL’intenzione di dar vita a un censimento della popolazione rom da parte del ministro dell’Interno continua a tenere banco. Nell’opinione pubblica, ma anche tra le diverse anime del governo. Spicca tra gli altri l’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in serata ha affidato il suo pensiero a una nota: “Nessuno – vi si legge – ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori. Ben vengano invece iniziative mirate a verificare l’accesso dei bambini a scuola”. Scrive al riguardo il Corriere: “Il destinatario non nominato è Matteo Salvini, che lunedì aveva appunto parlato di ‘censimento’ dei rom. Ma lui, il ministro dell’Interno non si scompone e anzi parla di ‘governo granitico’”.
Intervistato da Repubblica, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani afferma: “La legge è uguale per tutti, chi delinque deve essere punito ma non perché è rom. Non ci può essere una discriminante basata sull’etnia o sull’appartenenza a una comunità”.
Del tema si parla anche su molti giornali locali. In particolare in Toscana, dove il governatore Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Dario Nardella stanno promuovendo una iniziativa nazionale contro il razzismo. “Applaudire a dichiarazioni come quelle di Salvini significa aver dimenticato quello che è successo in un passato ancora recente” dice Enrico Fink, direttore artistico del Balagan Cafè, a Repubblica Firenze. “I fantasmi del ’38 sono vivi” scrive l’antropologo ed ex consigliere comunale Ugo Caffaz sul Corriere Fiorentino.

Gli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato Mike Pompeo e l’ambasciatrice Nikki Haley, hanno annunciato la loro uscita del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. Spiega il Corriere: “La decisione, nell’aria da diverso tempo, è accompagnata dall’accusa di ipocrisia rivolta a un organismo che l’amministrazione Trump ritiene pervaso da un pregiudizio verso Israele”. Repubblica segnala invece la riapertura di uno scontro tra il governo israeliano e i rappresentanti delle chiese cristiane, dopo la clamorosa chiusura del Santo Sepolcro dello scorso inverno per protesta contro alcune iniziative di natura fiscale. “Purtroppo – scrivono i leader cristiani in un messaggio comune – certi elementi del governo di Israele stanno ancora cercando di promuovere provvedimenti divisivi, razzisti e sovversivi”.
Ferma, in febbraio, la reazione del sindaco di Gerusalemme Nir Barkat. “A qualcuno – si chiedeva – sembra ragionevole che aree commerciali come alberghi, sale da pranzo e altre attività siano esenti da imposte comunali solo perché appartengono alle chiese?”.

Arrestato il 73enne milanese che, in diverse circostanze, aveva perseguitato un esponente della locale Comunità ebraica a colpi di inni fascisti e saluti romani. “L’escalation di intolleranza – scrive La Stampa – per fortuna non si è mai tradotta in un’aggressione fisica, ma ha spinto l’uomo a denunciare le molestie, anche perché si è reso conto che si trattava della stessa persona che vedeva bazzicare spesso tra corso Vercelli e piazza Piemonte, una zona a due passi dal centro”. L’uomo è stato denunciato per molestia e ingiuria, aggravata dalla finalità di discriminazione e odio etnico, razziale o religioso.

Al via sabato sera, con la Notte della Cabbalà, l’11esima edizione del Festival di Cultura Ebraica a Roma. Il dorso romano del Corriere, nel presentare l’iniziativa, riporta le parole di una delle curatrici: “È l’anno del cambiamento: dalla letteratura, allarghiamo l’orizzonte al teatro, e alla cultura millenaria della comunità ebraica romana. Non mancherà il cinema, e ci soffermeremo sui temi del tempo e dell’innovazione” ha detto ieri Raffaella Spizzichino nel corso della conferenza stampa di presentazione del festival, quest’anno denominato Ebraica.
“In anni in cui si tende a chiudere, la nostra dimensione è l’apertura, per condividere e creare futuro” il messaggio della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, riportato dal Messaggero.

L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, riporta alcuni stralci di una meditazione di papa Bergoglio a Santa Marta sui cristiani vittima di persecuzione nei gulag e nei campi di sterminio e gli “esempi altissimi” di chi ha pregato per chi voleva ucciderli. “Pensiamo ad Auschwitz e ad altri campi di concentramento – si legge – loro dovevano pregare per questo dittatore che voleva la razza pura e ammazzava senza scrupolo, e pregare perché Dio li benedicesse, a tutti questi! E tanti lo hanno fatto”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(20 giugno 2018)