“Migranti, impegno europeo”

rassegnaOggi è il giorno del vertice europeo di Bruxelles. Un appuntamento che si annuncia decisivo per le future politiche della UE sul tema dei migranti. “L’Europa, e non l’Italia, è la meta di tutte queste persone che fuggono da guerre, regimi autoritari o cercano un futuro migliore. Dunque, poiché la questione è europea, le soluzioni devono essere europee” dice il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in una intervista con il Messaggero.

In Israele è polemica aperta dopo che il sindaco di Tel Aviv non ha concesso l’utilizzo di Piazza Rabin al Movimento Chabad, per una manifestazione in ricordo del Rebbe con la prevista separazione tra uomini e donne. Separazione contro cui si è personalmente espresso il primo cittadino. “Tel Aviv e il suo sindaco ultra-liberal – scrive La Stampa – non ammettono deroghe alla libertà di essere quello che si è senza dover scendere a patti con la delimitazione del proprio spazio fisico e mentale. Con il risultato di indebolire l’immagine di Tel Aviv come città aperta a tutti”.

Ampia intervista del Fatto Quotidiano al direttore del tg de LA 7 Enrico Mentana. Il colloquio si apre con una domanda sul Giorno della Memoria, che in passato aveva definito “routine ipocrita”. Dice Mentana: “Per un giorno fingiamo attenzione, responsabilità, partecipazione, consapevolezza, quindi il perfetto lasciapassare per fottersene il resto dell’anno”.

Addio a Ester Judith Singer, meglio conosciuta come Chichita, moglie di Italo Calvino. Esponente della borghesia ebraica di Buenos Aires, aveva sposato lo scrittore nel 1964 e dalla sua morte, nel 1985, è stata sua erede e custode. Racconta Marco Belpoliti, su Repubblica: ”La leggenda narra che i manoscritti di Calvino siano giaciuti sotto il suo letto, in valigie e contenitori. Gli studiosi che li hanno potuto consultare, i curatori dei Meridiani, che li citano, hanno sempre raccontato del tesoro d’informazioni che contengono”.

Il Teatro della Pergola a Firenze ospiterà domani sera la presentazione della Scuola fiorentina di alta formazione per l’educazione al dialogo interreligioso e interculturale, che ha i suoi animatori l’ex rabbino capo Joseph Levi. Proprio il rav, al dorso locale di Repubblica, racconta il principale obiettivo della scuola: “Offrire nuovi strumenti di lavoro per trasformare chiusure e conflitti in apertura, reciproca conoscenza, scambio e coesione sociale al servizio di tutta l’umanità”.

Lo scrittore israeliano Amos Oz tra i protagonisti del festival letterario Taobuk in svolgimento a Taormina. Repubblica anticipa alcuni stralci del suo intervento odierno. “Fra la mia gente – scrive Oz – c’è chi mi vede come un pericoloso radicale. Un rivoluzionario, un amante degli arabi, persino come un traditore. Ma io non ho mai pensato di essere un radicale. Le rivoluzioni non mi hanno mai incantato. Io mi vedo come un evoluzionista”.
Il Corriere anticipa la prima parte della lectio magistralis che Claudio Magris leggerà mercoledì al Piccolo Teatro Grassi in occasione della Milanesiana. Un intervento, che inizia citando il grande scrittore yiddish Isaac Bashevis Singer, “contro la retorica del dubbio”. La sua mancanza genera il dogmatismo, scrive Magris, “ma il rischio è il relativismo”.
Sempre Repubblica ospita l’estratto della nuova introduzione della versione ampliata e aggiornata del saggio L’invenzione delle razze del genetista Guido Barbujani. “La sensazione di molti esperti – spiega lo studioso – è che oggi il dibattito politico e sociale tenda a prendere una sua strada, nella quale la realtà conta fino a un certo punto. Le fake news, le bugie diffuse ad arte con cui si mettono in difficoltà gli avversari o si creano i presupposti per azioni brutali, sono solo la punta dell’iceberg”. Giusto ottanta anni fa, ricorda Barbujani, l’Italia varava le leggi “che privavano dei diritti civili i cosiddetti cittadini italiani di razza ebraica, e insieme a loro dieci milioni di libici, somali, eritrei e abissini, sottoposti all’occupazione coloniale italiana”.

Sergio Romano, sul Corriere, parla di politica estera “bizzarra” e dettata da “sbalzi d’umore” per quanto concerne l’operato di Donald Trump nei confronti dell’Iran e della Corea del Nord. “II presidente americano – sostiene l’ambasciatore – combina in sé una doppia natura. È un ambizioso imprenditore che misura la propria esistenza con il numero degli affari riusciti. Ma è anche un uomo di spettacolo che vive di effetti teatrali e si chiede continuamente se sia più efficace proclamarsi vincitore di una battaglia, anche quando non è vero, o mandare all’aria una operazione in cui avrebbe dovuto condividere II successo con altre persone”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(24 giugno 2018)