Migranti, interviene il Quirinale

rassegnaUn intervento in prima persona del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sbloccato la vicenda della nave Diciotti, bloccata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini all’ingresso del porto di Taranto.
“Sono le undici di sera – scrive il Corriere – quando la nave inizia lo sbarco dei migranti sul molo Ronciglio. La fine di un incubo per i 67 immigrati che avevano festeggiato con canti e balli la notizia che la lunga attesa stava per terminare”.
L’iniziativa di Mattarella, si legge, è stata accolta con “stupore” dal Viminale.

L’assemblea nazionale francese ha votato all’unanimità la soppressione della parola “razza” nella Costituzione e ha anche introdotto il divieto di ogni distinzione di sesso tra i cittadini. Al voto, sottolinea il Messaggero, hanno partecipato 119 deputati di quasi ogni colore politico.
In Italia invece la Corte di Cassazione ha confermato l’aggravante della finalità di discriminazione razziale a un 40enne accusato di lesioni. L’aggravante, è stato scritto, riguarda anche chi usa espressioni generiche di disprezzo verso gli stranieri quali “Che venite a fare qua… Dovete andare via”.
In serata il ministro Salvini, che evidentemente non ha gradito, ha twittato “Andate via, andate via, andate via”.

“Mi farò dare il testo e lo leggerò. In ogni caso incontrerò la Comunità ebraica e ne discuterò con loro”.
La sindaca di Torino Chiara Appendino, cui nelle scorse ore si sono rivolti con un messaggio congiunto la Presidente UCEI Noemi Di Segni e il Presidente della Comunità torinese Dario Disegni, chiedendole un necessario chiarimento, interviene sulla mozione di sostegno a Gaza con richiesta di embargo militare nei confronti di Israele approvata dal Consiglio comunale. “Raggiunta al termine di una conferenza stampa – scrive La Stampa – rilascia solo questo laconico commento: qualunque parola ‘fuori posto’ potrebbe creare forti attriti con la sua maggioranza”.
L’incontro si svolgerà la prossima settimana. “Non so cosa aspettarmi, abbiamo chiesto un incontro e ci è stato concesso” commenta Disegni.
La Stampa menziona anche il comunicato “durissimo” della sezione torinese di Italia-Israele, firmato dal fondatore Angelo Pezzana e dal presidente Dario Peirone. Ha già raccolto “centinaia di firme”, viene ancora segnalato, la petizione lanciata da Emanuel Segre Amar, del gruppo sionistico piemontese, e dal docente universitario Ugo Volli.

Il 14 luglio del ’38, sul Giornale d’Italia, veniva pubblicato il famigerato “Manifesto della razza”. Ottanta anni dopo, con interventi di Amedeo Osti Guerrazzi e Mirella Serri, La Stampa illustra il contesto e il significato che tale documento ebbe nel quadro della persecuzione antisemita del nazifascismo.
Con il Manifesto, spiega Guerrazzi, il regime fascista “esprime apertamente per la prima volta la sua vocazione apertamente razzista” e soprattutto “dichiara che una minoranza è un corpo estraneo alla comunità nazionale”.

Il dorso torinese del Corriere anticipa alcuni brani di un articolo di Ada Treves sull’antico Ghetto ebraico cittadino, pubblicato sul mensile TorinoStoria. “Istituito nel 1679, ospitò gli ebrei in un isolato che oggi pare un normalissimo condominio. Un quadrilatero – viene spiegato – compreso fra via San Francesco da Paola, via Bogino, via Principe Amedeo, via Maria Vittoria, in cui avevano obbligo di residenza”.

Sul Messaggero si parla di Fashion Statements, grande esposizione dedicata alla moda che è stata inaugurata a Gerusalemme per i 70 anni di Israele. “Gli oltre 150 pezzi tra abiti, accessori, bozzetti e fotografie, esposti fino al 29 aprile 2019, raccontano come ci si vestiva nel periodo pre-sionista di fine ‘800, la nascita delle prime griffe come Gottex e Maskit e la coesistenza della moda tradizionale sia ebraica che araba. Su un terreno che – si legge – forse riesce a tenere lontani i conflitti”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(13 luglio 2018)