Da Casale agli Stati Uniti,
una luce che unisce
Casale Monferrato, Seattle e Segovia sono unite da oggi all’11 agosto da uno straordinario sodalizio artistico. Un’opera che si divide tra tre città lontanissime e tre luoghi di culto diversi, ma che si esprime attraverso un unico strumento: la luce.
È l’installazione dal titolo “yrwšlm” che l’artista tedesca Dana Greiner ha acceso qualche ora fa simultaneamente e in sincronia alla Muslim Association of Puget Sound di Seattle, importante centro di preghiera e cultura islamico negli Stati Uniti, nella cattolica Catedral de Santa María de Segovia e presso la Comunità ebraica di Casale Monferrato.
Sarà possibile vedere l’opera o recandosi nei tre luoghi di culto nei normali orari di apertura, o attraverso il sito www.yrwslm.com che permetterà di osservare in tempo reale come questa interagisce con ciascuna delle tre sale dove è collocata. Sì, perchè yrwšlm è una peculiare esperienza artistica immersiva, dove è fondamentale il dialogo con l’ambiente.
L’opera è costituita infatti da pannelli luminosi che riproducono la luce solare che è stata registrata per 24 ore il 21 giugno, giorno del solstizio d‘estate, nella città vecchia di Gerusalemme (yrwšlm in ebraico). I pannelli dunque si illuminano e diffondono la luce nella sala seguendo fedelmente quanto è avvenuto in quella giornata con tutte le sue variazioni: l’alba il tramonto, le nuvole, l’accendersi dei lampioni… Tutto questo diventerà fino all’11 agosto parte integrante dell’illuminazione della sinagoga casalese e sarà godibile da chiunque visiterà il complesso ebraico.
Tema dell‘opera è proprio il legame che la luce ha con il tempo e la sua dipendenza dall’ora del giorno e dalla stagione. Un’istallazione che finisce per assumere una miriade di significati specie se messa in relazione con il contesto religioso e del calendario. C’è però una dimensione mistica comune nel contemplare le impercettibili trasformazioni della luce dovute al percorso dl sole e al variare delle condizioni meteorologiche su una città cara a tutte le tre fedi. Dana Greiner spiega “L’opera usa il significato della luce come momento esistenziale di tutte le persone, come simbolo di uguaglianza e riflessione sulle cose in comune; è la luce in quanto forza primordiale a tornare al centro del mio lavoro”. La luce, infatti, non appartiene né a un popolo, né a una religione, né a un paese o a un continente”.
In una sinagoga come quella di Casale questo concetto è particolarmente sentito. Qui la luce è ormai un simbolo del dialogo interculturale e multireligioso, reso evidente proprio ogni Chanukkà quando tutti i rappresentanti delle religioni monoteiste si ritrovano nella comunità monferrina per accendere insieme le lampade della festa. Festa che diventa nel contempo un momento artistico d’eccellenza con la presentazione delle lampade d’artista.
Dana Greiner è nata a Monaco nel 1988, ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Monaco dove si è diplomata nel 2017. Ha collaborato con Myriam Holme, realizzando parecchie collettive a Monaco, ed ha lavorato per importanti teatri tedeschi con performance e installazioni di “living scultures”.Nel 2016 ha vinto il Premio Scultura organizzato dalla Fondazione Abt-Straubinger, ha partecipato alla Mostra collettiva “9373,87” a Tokio in Giappone. Nel 2017 ha presentato una personale presso la galleria Karin Wimmer di Monaco. Nel 2018 ha esposto una Mostra personale al Museo Nazionale di Arte Moderna di Anchorage (Usa).
Alberto Angelino
(23 luglio 2018)