La ferita e la reazione

rassegnaMemoria ferita a Roma, dove la rimozione di 20 pietre d’inciampo in ricordo dei membri delle famiglie Di Consiglio e Di Castro trucidati dalla Shoah ha suscitato l’indignazione di istituzioni, mondo ebraico, tanti comuni cittadini. In centinaia ieri sera hanno partecipato a un presidio convocato dall’associazione Arte in Memoria con il sostegno di UCEI e Comunità ebraica romana.
“È un gesto di matrice fascista, figlio di un antisemitismo ormai tollerato, fomentato e legittimato dal clima di intolleranza diffuso nel Paese verso deboli e stranieri” afferma Adachiara Zevi, presidente di Arte in Memoria, in una intervista con Repubblica. “La più grande delle preoccupazioni per quanto mi riguarda è che, per quanto possa essere grave aver divelto una pietra d’inciampo e aver offeso nuovamente la memoria dei martiri delle Fosse Ardeatine, domani si possa passare a gesti più eclatanti, e offendere le persone” dichiara la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello in una intervista al Messaggero.
Dalla presidente del Senato Casellati a quello della Camera Fico, dal presidente della Regione Lazio Zingaretti alla sindaca Raggi: molte le voci di condanna che si sono levate. Mentre il ministro Salvini, incontrando la stampa estera alla vigilia del suo viaggio in Israele, a proposito di una lettera aperta di alcuni ebrei italiani in dissenso con le sue politiche ha detto: “Non è che ogni volta che vado in Israele devo dire che gli antisemiti sono delinquenti. Piuttosto, il nascente antisemitismo fa rima con l’estremismo islamico a cui qualcuno non presta la necessaria attenzione. Farò di tutto per stroncare l’antisemitismo in Italia”.
L’episodio, oltre che nelle cronache, è affrontato in alcuni commenti. “Chiunque sia il responsabile di questo sfregio, il significato di un gesto così feroce nel suo aspetto simbolico è che l’odio per gli ebrei non può che passare per la negazione della Shoah, attività molto frequentata dagli antisemiti di matrice neo-nazista e di matrice islamista radicale” scrive sul Corriere Pierluigi Battista.
“Confesso – scrive Corrado Augias su Repubblica – che mi piacerebbe parlare con uno degli autori di questo scempio, uno di questi figli della miseria culturale e dell’abbandono, ascoltare le sue motivazioni, guardarlo negli occhi mentre le espone, condividere il suo smarrimento”.
Così invece Anna Foa su Avvenire: “Le associazioni che propagandano l’antisemitismo e il razzismo non sono clandestine, fanno pubbliche manifestazioni autorizzate dalle autorità in nome della libertà di stampa e di espressione, affiggono manifesti, non sono aliene da atti di squadrismo”.

Un artigiano di via San Gregorio Armeno, la strada napoletana dei presepi, ha realizzato una statuina di Hitler che è stata esposta tra vip e personaggi della politica. “La divisa verde riprodotta alla perfezione con tanto di croce uncinata sulla fascia del braccio sinistro, il braccio destro sollevato con la mano tesa nel saluto nazista, balletti e pettinatura uguali all’originale”: così Il Mattino descrive la statuetta, realizzata dall’artigiano Genny Di Virgilio. Anche in questo caso molte reazioni, a partire dalla Comunità ebraica napoletana. “Non è marketing, ma è una scelta amorale di fronte alla quale dovrebbero indignarsi tutti, non solo noi ebrei” dichiara la presidente Lydia Schapirer, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno. A intervenire anche la Federazione Italia-Israele attraverso il suo presidente Giuseppe Crimaldi.

Alcune settimane fa aveva scritto un commento su una pagina Facebook per dire che la sinagoga di Firenze doveva essere rasa al suolo. Per questo motivo un uomo che vive in Provincia di Arezzo, racconta il Corriere Fiorentino, è stato perquisito dalla Digos e rischia fino a un anno e sei mesi di reclusione. L’indagine, viene spiegato, “era nata dopo che la stessa comunità ebraica fiorentina aveva fatto una denuncia in Questura dopo la comparsa di quella frase così odiosa sul social network”.

“Alta natalità, integrazione e forte sviluppo: il Paese che da 70 anni vive in una situazione di conflitto cresce e va in controtendenza”. Così Avvenire, che in una intervista con il demografo Sergio Della Pergola racconta il “paradosso (vincente) di Israele”. Spiega lo studioso: “C’è una precisa linea logica che sottende a tutto questo, e che parte da lontano. E il grande progetto da cui è nato questo Stato: un progetto di riscatto umano da una condizione storica che ben conosciamo. Questa tensione ideologica, inquadrata in una programmazione molto razionale, ha dato luogo a uno sviluppo eccezionale”.
Sul quotidiano della CEI si presentano anche i risultati dell’ultima indagine dell’Agenzia Ue per i Diritti fondamentali sulla percezione ebraica dell’antisemitismo. Segnala Avvenire: “In particolare per l’Italia, dopo i social network, l’antisemitismo si manifesta di più nei media (73%) e con i graffiti murali (66%), un po’ meno per strada (51%)”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(11 dicembre 2018)