L’Iran e l’attacco Usa
Come svelato dal Wall Street Journal, nel settembre scorso la Casa Bianca aveva chiesto al Pentagono le opzioni per attaccare l’Iran. L’operazione, spiega La Stampa, “avrebbe avuto lo scopo di punire un bombardamento a colpi di mortaio, lanciato da milizie sciite legate a Teheran all’interno della Zona Verde di Baghdad”. Non è chiaro, si legge ancora, se dietro all’iniziativa ci fosse il presidente Trump. Quando aveva nominato John R. Bolton Consigliere per la sicurezza nazionale lo aveva infatti ammonito “dicendo che non gli avrebbe permesso di scatenare una guerra”.
“Contenta che Roma collabori con i gilet gialli”. Così la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen in un colloquio con La Stampa. “Sono contenta – afferma la leader del Rassemblement national – che i 5 Stelle o la Lega partecipino in qualche modo a questo movimento, che è democratico. E che consiste nel rendere la parola al popolo europeo nella sua diversità”.
L’antisemitismo e il razzismo negli stadi continuano a tener banco. Il Corriere Roma, nell’editoriale di prima, mette in evidenza le parole della Presidente UCEI Noemi Di Segni nel corso della conferenza stampa tenutasi negli scorsi giorni a Palazzo Chigi: “Ci preoccupano i ritorni di fenomeni di antisemitismo e razzismo in Italia e in Europa. È responsabilità delle istituzioni comprendere e non sottovalutare. Siamo qui per affermare un tema identitario, italiano ed europeo, soprattutto rivolto ai giovani, perché siano consapevoli di essere discendenti di generazioni che hanno vissuto e visto la Shoah”. Il dorso romano ospita una doppia pagina dedicata alla ricollocazione delle pietre d’inciampo trafugate in dicembre e all’apposizione di nuovo stolpersteine per le strade della Capitale. Si legge al riguardo: “Storie che riemergono dal passato, quasi sempre grazie a ricerche appassionate che scavano tra ricordi e reperti di un tempo lontano, tre quarti di secolo fa. Ecco cosa c’è sotto quei piccoli sampietrini in ottone lucido”.
Il Messaggero dà invece appuntamento a mercoledì sera, con il concerto Libero è il mio canto che all’auditorium Parco della Musica porterà sul palco le voci femminili della Memoria salvate dall’oblio. “Nel concerto – viene segnalato – si alternano canti d’amore, denunce di crudeltà, incitazioni alla resistenza, parodie di celebri canzonette, ninne nanne”.
Alcuni quotidiani (tra gli altri Gazzetta dello sport e Corriere dello sport) segnalano la presa di posizione della Comunità ebraica romana sulle recenti manifestazioni di odio sugli spalti. “Non si pub minimizzare e far finta di nulla per il timore di dare visibilità a certi personaggi. Non si può lasciare Io sport in mano a chi a ogni partita fa cori razzisti e antisemiti” le parole della presidente Ruth Dureghello. A intervenire anche il vicepresidente Ruben Della Rocca.
A Torino un convegno in programma mercoledì mattina celebrerà il legame tra Primo Levi e il liceo D’Azeglio. Sottolinea Repubblica: “Via Parini 8, liceo classico D’Azeglio. Non c’è un luogo più indicato di questo dove ricordare il centenario della nascita di Primo Levi che ricorre quest’anno. Non soltanto perché lo scrittore e chimico si formò nelle stesse aule scolastiche in cui studiarono alcuni tra i più importanti esponenti dell’antifascismo ed intellettuali torinesi, ma anche per il fatto che il rapporto con i giovani e con gli studenti fu sempre caro a Levi”.
Nella notte tra sabato e domenica, spiega Repubblica Milano, la rete metallica che delimita il cantiere del nuovo Giardino dei Giusti al Monte Stella è stata danneggiata. “Gli operai hanno già rimediato e non è possibile attribuire responsabilità – si legge – ma l’episodio arricchisce di una nuova poco piacevole pagina il braccio di ferro tra Gariwo e il Municipio 8 da una parte e un gruppo di residenti del quartiere QT8 dall’altra, che si oppongono all’ampliamento del Giardino dei Giusti, approvato dal Comune”.
In uscita domani con Rizzoli “Il caso Kaufmann”: il nuovo romanzo di Giovanni Grasso, attuale portavoce del Presidente della Repubblica, dedicato a una storia d’amore nella Germania del Terzo Reich. Spiega il Corriere: “È una storia vera: quella del presidente della Comunità ebraica di Norimberga, Leo Katzenberger. Ma è anche un romanzo: non a caso il nome del protagonista cambia”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(14 gennaio 2019)