Archivi, dove la storia prende vita

Una due giorni per riflettere su “La Storia pubblica. Memoria, fonti audiovisive e archivi digitali”. Ad organizzarla a Milano, alle Gallerie d’Italia di Milano, Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Certa (il centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi). Un momento di approfondimento e confronto significativo che ha visto protagoniste diverse voci autorevoli per parlare dell’importanza della storia pubblica e indagare le opportunità del digitale nella conservazione dei patrimoni audiovisivi che sono fonte primaria del racconto storico.
“Siamo convinti che il ruolo di un’istituzione bancaria di rilevanza nazionale sia quello di concorrere alla crescita economica del Paese, ma anche alla sua crescita culturale e civile”, ha sottolineato Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, aprendo il convegno coordinato dal giornalista Aldo Grasso. “Senza memoria del passato e dei momenti fondativi non si regge nessuna società”, la riflessione di Bazoli. Da qui l’impegno della banca nel tutelare e valorizzare il patrimonio culturale attraverso, ad esempio, un ampio lavoro sui propri archivi. Ne è una testimonianza, il lavoro portato avanti dall’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo sulle carte del fondo archivistico della Cariplo in cui sono documentati gli espropri ai danni delle famiglie ebraiche milanesi durante le Leggi razziste (le carte sono legate all’Egeli, Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare creato dal fascismo per amministrare e liquidare le proprietà requisite sulla base delle Leggi razziste). Su queste pagine avevamo raccontato di questo progetto, attraverso la storia famigliare della senatrice Liliana Segre e dei beni sequestrati ai nonni. Un’iniziativa di grande valore – quella dell’archivio – volta a restituire un volto, un nome, una storia, alle persone che subirono i sequestri disposti dal regime fascista dopo l’approvazione delle leggi del 1938.
“Abbiamo all’interno del nostro archivio delle memorie straordinarie”, ha sottolineato Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, durante il convegno con protagonisti tra gli altri Jerome Bourdon della Tel Aviv University, uno dei più importanti specialisti internazionali di media, e il giornalista e storico Paolo Mieli.
“La digitalizzazione di tutti questi dati – ha affermato Lucchini – è necessaria per conservare e diffondere la memoria alle nuove generazioni. In questo, hanno un ruolo imprescindibile anche i media televisivi, ecco il perché del convegno, che vede la partecipazione dei più importanti network di cultura italiana”.
Sull’importanza degli archivi, ci si è soffermati nella seconda giornata dei lavori. Tra gli oratori, Barbara Costa, responsabile dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo, che ha sottolineano come “Bisogna garantire il futuro degli archivi che nascono già oggi in digitale, sono file e la conservazione la catalogazione del file deve essere fatta nel momento in cui il documento viene prodotto”. Per fare questo “la sfida sarà quella di avere le professionalità giuste: serve certamente una trasmissione dei saperi tra gli archivisti tradizionali e i nuovi, ma anche una formazione diversa, ad hoc, che non può più essere solo quella della tradizione ma deve anche allargarsi i nuovi documenti e supporti”, ha concluso Costa.