Oltre le fake news

gadi luzzatto vogheraL’utilizzo del web e dei social in modalità inconsapevole e/o irresponsabile sta generando enormi danni. Oltre all’incontrollato aumento della violenza verbale, fra i problemi più gravi balza al primo posto la diffusione di informazioni, notizie e dati poco accurati, non verificati e a volte (spesso) semplicemente falsi. Molti fra noi compiono questo tipo di errore ogni giorno postando in rete notizie e immagini che suscitano il nostro interesse, ma di cui si ignora l’origine. Tutti noi contribuiamo alla diffusione di fake news. Smettere di farlo è un dovere innanzitutto culturale e politico, ed esistono degli strumenti per correggerci. Ci parla di tutto questo un giovane blogger, Giovanni Pirrotta, che in un interessante articolo dedicato alla Digital Library della Fondazione CDEC offre indicazioni precise sull’utilizzo corretto delle fonti di informazione. L’autore ci insegna che “più i dati sono autentici, veritieri, certificati e verificabili, più è difficile inventare fake-news”. Per dimostrarci questa semplice ma necessaria evidenza Pirrotta prende ad esempio le biografie di Liliana Segre e di Elio Morpurgo e le ricostruisce utilizzando i collegamenti semantici messi a disposizione dalla Digital Library, dalla Camera dei deputati e dal Senato. Si tratta di fonti autorevoli, certificate e comprensibili sia all’uomo, sia alle macchine grazie a una speciale tecnologia chiamata Linked Open Data (LOD, dati liberamente disponibili e collegati fra loro) che connette in una grande rete numerosi archivi nel mondo.
Chi fa giornalismo e chi giustamente individua la rete come il luogo in cui si esprime al massimo livello la possibilità di libera parola e libero pensiero dovrebbe tenerne conto e agire di conseguenza. Quando si affronta un argomento, innanzitutto è necessario verificare la provenienza e l’attendibilità dell’informazione. Solo su quella base si possono esprimere idee e opinioni meritevoli di essere discusse. La Fondazione CDEC si è posta da anni come obiettivo proprio questa buona pratica: essere fonte di documentazione e di dati autorevole, credibile e verificabile. Nella storia degli ebrei in età contemporanea, nelle vicende relative alla loro persecuzione, nei dati sulla presenza dell’antisemitismo nell’Italia contemporanea.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC

(22 novembre 2019)