Macellazione rituale ebraica

Gli interventi del Rav Giuseppe Laras, del Rav Riccardo Di Segni e poi del Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Valerio Di Porto, su moked.it – il portale dell’ebraismo Italiano hanno messo in luce la gravità della situazione della Schechità ebraica nell’Unione Europea e come bisogna essere sempre preparati anche nell’offire spiegazioni valide.
Vorrei permettermi di segnalare a proposito un recente articolo che ho preparato assieme a un docente israeliano di diritti degli animali, il dottor Pablo Lerner e pubblicato sulla rivista americana Journal of Law and Religion (XXII, 2007): “The Prohibition of Ritual Slaughtering (Kosher Shechita and Halal) and Freedom of Religion of Minorities”, proprio per rispondere ad argomenti che sentivamo avanzare nei gruppi di bioetica con cui eravamo in contatto. L’Istituto Italiano di Bioetica ha ottenuto il permesso di riprodurre il nostro studio nel suo sito, onde il lettore interessato potrà trovarlo anche all’indirizzo
www.istitutobioetica.org.
Non meno interessante è che il preside della facoltà di Giurisprudenza di Trento, professor Roberto Toniatti, titolare della cattedra di Diritto Costituzionale Comparato, ha creduto opportuno farne preparare una traduzione italiana (a cura della dottoressa Cinzia Piciocchi); essa verrà pubblicata con una prefazione del professor Toniatti fra le pubblicazioni della facoltà di Giurisprudenza di Trento.
Naturalmente le autorità rabbiniche competenti dovranno pronunciarsi anche sul fatto se sia ammissibile uno stordimento dopo la Shechità.
È già stato ricordato il collegamento con l’antisemitismo; può essere interessante notare come anche il giornale La Stampa abbia ravvisato un legame tra tale divieto e l’antisemitismo. Il giornale evidenzia come uno dei primi atti di Hitler, dopo aver preso potere il 30 gennaio 1933, fu di proibire la Shechità ebraica (a partire dal 21 aprile dello stesso anno).

Alfredo Mordechai Rabello, giurista, Università Ebraica di Gerusalemme