conversione…
Rav Di Segni sull’Unione informa del 21 giugno ha parlato della fine della Parashà di Balàk e del popolo pronto a unirsi con le donne non ebree di Moav. Figura centrale di quell’episodio è Zimrì, il capo della tribù di Shimòn, il quale, nel corso della rivolta scoppiata in seno ad Israele, presenta una principessa midianita a Moshè e agli anziani del tribunale per poi unirsi a lei pubblicamente. Rabbì Moshè Borenshtein, nella sua opera Shem Mishmuèl, ritiene che Zimrì sia stato spinto sicuramente da buone intenzioni. Se gli ebrei si sposano con donne non ebree, per Zimrì, la soluzione è quella di portare la donna dal Capo Rabbino Moshè e dal suo Tribunale per chiederne la conversione d’ufficio. I figli nati saranno così ebrei, anche se con un’identità un tantino debole, e gli iscritti alla Comunità d’Israele aumenteranno di numero. Idea grandiosa. Peccato che i 24000 ebrei che seguirono questa teoria in poco tempo scomparvero dal popolo ebraico.
Roberto Colombo, rabbino