Noi e la Destra
Sull’Unione informa Tobia Zevi, che seguo sempre con grande interesse, sfoga la propria rammaricata meraviglia per il corteggiamento di Berlusconi verso la “Destra” di Storace e camerati simili.
In verità mi meraviglio che ci si meravigli, perchè non vedo niente di nuovo sotto il sole, ricordando ad esempio altri fieri camerati, tanto per citare un nome Ciarrapico, imbarcati dal presidente del Consiglio negli anni.
Mi meraviglio anche, però, del fatto che Fini abbia avuto bisogno di più di tre lustri per concludere che Berlusconi è “illiberale”.
Da liberale senza prefissi o suffissi quale sono e siamo, ironizzando direi in compagnia di pochi ma cocciuti “nostalgici”, immuni dal berlusconismo come dall’antiberlusconismo vorrei dire che quanto viene constatato oggi ci appariva chiaro sin dai primordi della “discesa in campo”: non essendo certamente noi dei geni, quanto ora viene rilevato ci appare ovvia conclusione alla quale si poteva giungere quindi tempo.
Da questo mio modesto ma autonomo punto di vista, da ebreo e da liberale, devo però anche ricordare che dall’altra parte della barricata, per banalizzare, ovvero nel cosiddetto centrosinistra, non vedo però di meglio: sono purtroppo abbastanza maturo da ricordare il “feeling” D’Alema-Fini e da avere ben presenti le pulsioni antisraeliane con ampi sforamenti nel pregiudizio che ad oggi, per quanto alcune ali estreme siano state punite dal voto degli elettori,albergano appunto nel centrosinistra (ad esempio si leggano alcuni commenti, purtroppo, in area IDV per non parlare della sinistra radicale che magari qualcuno vorrebbe ripescare con il “nuovo Ulivo”).
Andrei quindi cauto nello stigmatizzare i comportamenti altrui così come nel voler istruire gli altri circa cosa dovrebbero fare o dire, abitudine che appartiene (non me ne voglia Tobia) a una certa vocazione snob della sinistra, e cercherei invece di operare una liberale distinzione tra parti politiche e personaggi che, pur da queste provenienti, assumano pro tempore incarichi di governo od amministrazione locale che, come vuole la pur retorica frase, si spera almeno vengano esercitati in nome della collettività tutta.
Insomma, per parafrasare Rigoletto, “questi o quelli per me pari sono…” .
Infine una curiosità da lettore: la legittima ma marcatamente politica nota, anche in senso di orientamento, di Tobia Zevi accompagnata dalla dicitura “Associazione Hans Jonas”, indica una collocazione politica ben precisa della stessa?
Gadi Polacco, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane