Gad Lerner – Umberto Eco, i cattolici e gli ebrei

Molto singolare la rimostranza di Lucetta Scaraffia: non mi accusa di aver riportato scorrettamente la sua recensione pubblicata dall’”Osservatore Romano”, il che sarebbe grave, ma solo di non averla collocata in buona compagnia ebraica. Non le bastavano i suoi (presunti) buoni argomenti per stroncare Eco? No, anche lei confidava di rafforzarli con “l’ebreo che la pensa come me”. Pratica deteriore molto in voga di questi tempi, nei quali “l’amico ebreo” si cita strumentalmente come se potesse derivarne chissà quale legittimazione. Si dà invece il caso che l’”Osservatore Romano” è l’organo ufficiale di una struttura gerarchica: una sua presa di posizione fa notizia perché in qualche modo rappresenta la Chiesa di Roma. Dunque pesa di più rispetto ad altre recensioni di autori cattolici che magari la pensano diversamente, come Massimo Introvigne all’Infedele e su “Avvenire”. Invece il parere di un ebreo, per quanto autorevole e sempre rispettabile, vale quanto il parere di un altro ebreo (e peraltro quello di Riccardo Di Segni su “Il cimitero di Praga” non somiglia affatto alla livorosa stroncatura della Scaraffia). Insomma, avevo buoni motivi giornalistici per privilegiare l’uscita della Scaraffia rispetto alle altre numerose recensioni uscite, a prescindere dalla religione di chi le aveva scritte.
Non tema, Lucetta Scaraffia: considero assolutamente lecito parlar male di Umberto Eco. Ma al posto suo non avrei usato mai l’argomento della pericolosità di un libro; non l’ho fatto neppure nel caso di “Le benevole” di Jonathan Littel, ben altrimenti morboso e voyeuristico nel descrivere la Shoah, eppure dotato di un impianto narrativo poderoso.
Seguendo il suo schema mentale, malissimo farebbe ai berlinesi visitare in questi giorni la mostra sulla popolarità di Hitler in cui li si invita a fare i conti col senso comune cui aderirono sotto il Terzo Reich. Il libro di Eco può piacere o non piacere, ma accusarlo di antisemitismo involontario è una grossolanità che non si ripara tirando per la giacca Anna Foa, Ugo Volli o Riccardo Di Segni. Tutto ciò sia detto con immutata stima.

Gad Lerner