Lugo di Romagna e Nazaret Illit: scambio culturale fra Italia e Israele
“Generazione Olamot”, questo il nome del progetto di scambio culturale realizzato fra le scuole di Lugo di Romagna e quelle di Nazaret Illit, in Israele. “Fra i pochissimi progetti di questo genere, è stato assunto quale progetto pilota nell’ambito degli accordi che si stanno per rettificare fra Italia e Israele riguardo agli scambi giovanili”, ha fatto sapere una delle responsabili dell’iniziativa, Silvia Golfera, alla nostra redazione.
“Questo progetto di cui si sono fatti promotori l’amministrazione della città di Lugo e l’ambasciata italiana a Tel Aviv – ha raccontato ancora la responsabile -, è nato dal desiderio di alcuni insegnanti che, dopo aver frequentato i seminari sulla didattica della Shoah, organizzati dallo Yad Vashem, hanno avvertito la necessità di aprire una finestra su una cultura ebraica viva e fertile, poliedrica e variegata. Insomma su Israele. Questo desiderio è stato accolto dalla dottoressa Yael Lifshitz, che dirige a Nazaret Ilit l’associazione Olamot (mondi), che ha come scopo quello di realizzare percorsi educativi relativi alla cultura e all’identità ebraica. E così, grazie anche all’impegno della dottoressa Simonetta Della Seta, addetto culturale all’ambasciata, è partito il progetto di scambio, che abbiamo battezzato col nome di ‘Generazione Olamot’”.
Pochi giorni fa la splendida iniziativa si è conclusa e Silvia Golfera, anche per fornire un’idea della riuscita dell’iniziativa, ci ha raccontato più in dettaglio lo svolgimento dell’ultima giornata trascorsa in Israele: “Sta per concludersi la nostra visita a Nazareth Ilit: per una settimana siamo stati ospiti di famiglie israeliane. Che a nostra volta accoglieremo, come prevede il progetto di scambio che abbiamo avviato fra Lugo e Nazaret Ilit. La mattina ci siamo riuniti tutti, dieci insegnati e undici studenti delle scuole di Lugo, nella biblioteca del liceo Alon, assieme agli ospiti israeliani. Seduti in cerchio, ognuno aveva il compito di sintetizzare in una parola la propria esperienza: amicizia, fratellanza, calore, gentilezza, conoscenza, amore, speranza di pace, sababa (slang ebraico che sta per‘tutto okey’), emozione, ricchezza, fantastico, sono queste le parole uscite dalla bocca dei ragazzi. L’ultima immagine di Nazareth Ilit, una piccola città di edifici bianchi e spartani sparpagliati su una collina, le strade larghe e il centro commerciale, è stata quella di un gruppo di ragazzi del liceo, che inseguivano il pullman, sventolando le braccia, o una sciarpa, nel disperato tentativo di trattenere qualcuno che forse si perderà per sempre. Uri, un ragazzo magro e dal viso affilato, la testa sottile che fa sembrare grandi le orecchie, si è fermato sulla curva dove abbiamo girato. Ha abbassato le braccia, ma non se ne è andato. Immobile finché è scomparso dalla nostra vista. Allora ho capito che questa esperienza è riuscita. Quello che volevo, che volevano tutti coloro con cui ho lavorato, di far atterrare i nostri ragazzi su questa terra così contesa e difficile, un luogo in cui vengono ad addensarsi tutte le contraddizioni del pianeta, per cercare di guardarlo con gli occhi dei coetanei che vivono qui, si è realizzato”.
Un progetto ambizioso che vorrebbe contribuire a formare una nuova generazione di giovani aperti alle ardue sfide del presente, consapevoli del passato, ma proiettati verso un futuro che spetta anche a loro costruire, il nostro auspicio è che questa esperienza sia solo l’inizio di una lunga serie di incontri stimolanti come questo.
Leggi il commento sull’esperienza di uno dei ragazzi, Edoardo Galletti, studente dell’ITIS Marconi, di Lugo di Romagna