Battute e vignette in mostra
“Qui ci vuole Tewje il Lattaio!” è stata per decenni una frase ricorrente nella redazione di Ha Keillah: a suscitarla poteva essere una dichiarazione antisemita di qualche politico, una legge o una proposta di legge discutibile in Italia o in Israele, un evento paradossale nell’ambito dell’ebraismo torinese o italiano; parole e fatti che apparivano talmente assurdi da meritare una risata anziché lunghi e articolati discorsi, oppure così gravi da suscitare un’indignazione immediata che solo una battuta adeguatamente cattiva avrebbe potuto esprimere. Ecco che allora – come in film e fumetti si invoca Superman o Zorro perché intervengano a mettere le cose a posto – i nostri pensieri si rivolgevano non tanto al protagonista del libro di Shalom Alechem quanto all’autore dei brevi pezzi che comparivano con la sua firma sul bimestrale torinese. Come Zorro e Superman, anche Tewje il Lattaio aveva un suo alter ego che il giornale ha tenuto segreto per decenni: l’avvocato Guido Fubini (1924-2010), giurista, scrittore, per anni consigliere dell’UCEI e direttore della Rassegna Mensile di Israel, redattore di Ha Keillah fin dalla nascita del giornale nel 1975. In apparenza Guido – borghese colto e raffinato, non troppo osservante, paladino della laicità in tutti i campi – aveva ben poco in comune con l’ingenuo e devoto lattaio di Shalom Alechem e con la sua saggezza popolare. Eppure nonostante questo – o forse proprio per questo – lo pseudonimo non poteva essere più appropriato, tanto che nessuno di noi si è mai domandato come e perché lo avesse scelto, tanto ci sembrava naturalmente adatto. I due Tewje (quello di Shalom Alechem e quello di Guido Fubini) hanno in comune la capacità di illuminare con una battuta la realtà che ci circonda, rivelandone paradossi e contraddizioni. La breve mostra che Ha Keillah esporrà domenica a Torino presso il suo stand in piazzetta Primo Levi, in cui i visitatori potranno leggere alcuni trafiletti di Tewje il Lattaio, sarà dunque un’occasione per ricordare Guido Fubini nella Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicata all’umorismo. Insieme ai pezzi di Tewje la mostra esporrà le vignette di David Terracini, che da due anni a questa parte svolgono su Ha Keillah una funzione per certi versi analoga – anche se con modalità e stile completamente diversi – come analoghi, nonostante il trascorrere degli anni, sono gli argomenti trattati: Italia, Israele, vita e cultura ebraica, comunità. “Qui ci vorrebbe una vignetta!” è la frase ricorrente oggi in redazione; perché pur con il passare del tempo continuiamo ad essere convinti che a volte anche su temi estremamente seri possa essere utile, se non addirittura salutare, provare a riderci sopra.
Anna Segre, insegnante