Qui Parigi – Ebrei e musulmani insieme per i diritti religiosi
Insieme contro l’odio e per affermare la diffusione di valori inalienabili quali pace, fratellanza e rispetto delle diversità. Grande partecipazione ieri a Parigi all’avvio della due giorni di lavoro congiunta rivolta a leader ebrei e musulmani d’Europa indetta per fare il punto sui fenomeni di estremismo, odio e intolleranza religiosa. L’evento, organizzato sotto l’egida dello European Jewish Congress e in collaborazione con la Grande Moschea di Parigi e la Fondazione per la comprensione etnica, ha visto affluire dirigenti e guide spirituali delle due religioni monoteiste da ben 18 paesi. A rappresentare l’Italia ebraica il consigliere UCEI Claudia De Benedetti e il rabbino capo di Firenze rav Joseph Levi. Per il mondo musulmano tra gli ospiti l’imam Yahya Pallavicini della Coreis. Molto significative le parole pronunciate dal presidente EJP Moshe Kantor in apertura di riunione. “Quando in Europa si colpiscono i diritti religiosi – ha affermato – dobbiamo essere uniti nel protestare e prendere consapevolezza che un attacco contro uno di noi è un attacco contro tutti noi. In quanto leader abbiamo il potere e la responsabilità di creare un cambiamento nelle nostre sinagoghe, nelle nostre moschee, nel veicolare i messaggi più giusti e opportuni. Impegnamoci in questo senso”. Rinnovato impulso alla reciproca comprensione e alla condivisione di esperienze è giunto tra gli altri da Senaid Koblica, presidente del Consiglio islamico di Novergia. “Condividiamo molti valori comuni e spesso siamo vittime di episodi di razzismo non dissimili nelle dinamiche. Insieme – ha detto Koblica – dobbiamo quindi rivolgerci ai leader europei facendo presente che ci aspettiamo la loro protezione e quella delle persone che rappresentano come è giusto che avvenga in ogni paese democratico”. Tra i temi al centro del dibattito lo studio di strategie sinergiche per rispondere ai recenti attacchi verso due pilastri normativi comuni: circoncisione e macellazione rituale. “Se vi è un fatto positivo in questi episodi – ha spiegato Kantor ottenendo un lungo applauso dall’aula – sta nel fatto che sono riusciti ad avvicinare ulteriormente le nostre comunità. E questo è un bene perchè soltanto l’uno al fianco dell’altro saremo in grado di far capire ai nostri nemici che non potranno mai cambiare la nostra cultura, i nostri precetti, le nostre religioni”.