Anno nuovo
Siamo abituati a seguire il calendario civile e ad attribuire alla data ebraica in molti contesti (per esempio su questa newsletter) essenzialmente un valore simbolico (peraltro importante). Eppure a pensarci bene la nostra società (non solo quella ebraica) gira secondo gli anni ebraici. Più di tutti il mondo della scuola, con gli anni che iniziano a metà settembre e le cariche annuali (rappresentanti di classe, capi dipartimento, ecc.) che si rinnovano tra settembre e ottobre. La scuola, influenzando la vita delle famiglie, trascina con sé tutto il resto: si torna dalle vacanze e si ricomincia da capo; l’impressione “anno nuovo, vita nuova” è per tutti molto più forte a settembre che a gennaio. La memoria ha meccanismi diversi per ciascuno, ma sarei pronta a scommettere che la maggior parte della gente ripensando a un evento della propria infanzia o giovinezza lo collocherebbe più facilmente nell’anno scolastico che nell’anno civile. Qualcuno si stupisce quando dico che il nostro Capodanno sarà tra pochi giorni; io credo di aver sempre provato una sorta di segreto stupore per questo stupore, per quella strana ostinazione a far festa a fine dicembre mentre è evidente che tra dicembre e gennaio non cambia nulla per nessuno. In realtà, lo sanno tutti, è questo il momento dei bilanci, dei propositi, dei programmi, delle novità da introdurre, delle speranze, dei sogni. A scuola e non solo.
Un felice 5773 a tutti!
Anna Segre, insegnante