Qui Padova – Un anno per l’unità
Era uso che il Kohen Gadol offrisse per i propri famigliari una festa per aver compiuto, senza danno, il suo sacro ministero e che recitasse, per questo, una preghiera di ringraziamento.
Un passaggio della preghiera del Koen Gadol dice così: “…che sia questo anno che sta per iniziare…un anno non di siccità ma di piogge feconde. Non accettare la preghiera dei viandanti che Ti chiedessero di non far scendere la pioggia…” (TB, Yomà 53b).
Che il 5773 – ה’תשע”ג, a dispetto della sigla che indica pazzia (השתגע) e litigiosità (התגעש), faccia raggiungere alle nostre Comunità e all’Istituzione che le raccoglie insieme, la “conoscenza – דעת” necessaria per saper inquadrare i reali problemi del nostro Ebraismo Italiano, affinché la loro soluzione sia ricercata e trovata nell’unità e nella condivisione. Soprattutto nella consapevolezza che, a prescindere dalla nostra distinzione in diverse Comunità con il loro patrimonio culturale e tradizionale, dal diverso numero e dalle diverse anime dei membri che le compongono, la Torà di Moshè e dei Maestri d’Israele, זת”ע, sia l’unico faro guida di questa ricerca. Auguro a tutti che il miglioramento delle nostre azioni, che ci proponiamo specialmente in questo periodo dell’anno, si realizzi seriamente e veramente, e ci permetta di leggere in questo modo la sigla di questo nuovo anno:
“השם תפתח שערי גאולה עתידה Signore, apri le porte alla prossima redenzione”.
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova