“Rosh haShanah, festa universale”

Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, ha rivolto stamane alla popolazione italiana, in occasione del nuovo anno ebraico, il seguente messaggio di saluto attraverso i canali radiofonici della Rai.

Rosh haShanah, il capodanno ebraico, celebra la creazione del mondo e del genere umano e quindi è una festa che ha dimensione universale.
La descrizione contenuta nella Genesi tende a valorizzare il significato della comune origine di tutto il genere umano.
Infatti il primo uomo e la prima donna sono plasmati da Dio a sua immagine e somiglianza e la vita gli viene infusa attraverso l’afflato divino.
Una tale origine non può che essere interpretata nel senso di una parità di diritti e di una pari dignità tra uomo e donna, pur nel rispetto delle loro specificità e diversità.
A questa considerazione non può che seguirne immediatamente un’altra perché se tutta l’umanità discende da una sola coppia, la comune origine conferisce a tutti gli esseri umani e a tutti i popoli, al di là delle loro diversità, un’assoluta parità di diritti e di doveri, senza gerarchie e senza privilegi di carattere morale o giuridico.
E’ significativa l’analogia tra l’acquisizione da parte di Adamo ed Eva della facoltà di distinguere il bene dal male e la loro conseguente cacciata dal paradiso terrestre, con il significato che viene attribuito dagli ebrei a Rosh haShanah e ai successivi dieci giorni. Un periodo dedicato all’introspezione, all’autocoscienza e alla ricerca di eventuali errori o azioni riprovevoli da parte di ciascuno.
Sono giorni “terribili”, come terribile può essere l’esperienza di compiere un approfondito esame di coscienza e così come certamente terribile è stata l’esperienza di Adamo ed Eva di perdere l’innocenza, di acquisire la capacità di giudicare e in definitiva di crescere.
Certamente è utile chiarire, in estrema sintesi, quali siano i principi infrangendo i quali si commettono azioni contrari all’etica e alla giustizia.
Sono i principi che costituiscono il grande contributo che l’ebraismo ha donato a tutta l’umanità: i Dieci Comandamenti che Dio consegnò a Mosè sul Monte Sinai e le regole che sono dedicate a regolare i rapporti umani:
– Ama il prossimo tuo come te stesso
– Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te
– Ama lo straniero perché anche tu una volta sei stato straniero
Se questi principi e queste regole, ancora così attuali nonostante il passare dei millenni, fossero recuperati e rispettati con rigore e con coerenza, certamente l’anno 5773 che sta per iniziare potrebbe essere migliore del precedente.
Questo è l’augurio che rivolgo a tutti

Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane